La storia di Ruth, donna americana
Citizen Ruth
Durata
106
Formato
Regista
La tossicodipendente Ruth (Laura Dern), che ha già quattro figli affidati a varie famiglie adottive, scopre di essere nuovamente incinta: vorrebbe abortire ma incontra medici obiettori e finisce per diventare una pedina da contendersi tra gli antiabortisti e i pro-choice.
Graffiante commedia d'esordio più agra che dolce per il cineasta del Nebraska Alexander Payne, Storia di Ruth, donna americana prende come spunto la vicenda di una cittadina tutt'altro che modello (drogata, madre degenere e assente, squattrinata e anche un po' tonta) per ironizzare pesantemente sullo scontro tipicamente statunitense tra le associazioni che combattono (è il caso di dirlo) per sconfiggere l'aborto, in odore di fanatismo religioso, e i sostenitori del diritto di scelta. Tra i due gruppi si sviluppa una vera e propria guerra con tanto di spionaggio e Ruth non è altro che uno strumento mediatico per veicolare l'attenzione: poco importa del vero destino della donna (e del suo eventuale figlio), quello che conta è avere i riflettori puntati su di sé. Payne inserisce così nella sua satira anche una stoccata al sistema mediatico affamato di tragedie quotidiane che a partire dal modello stelle e strisce è diventato popolare in tutto il mondo. Qualche difetto (i personaggi sono più macchiettistici del dovuto), ma nel complesso un buon ritmo e una solida scrittura intrattengono e fanno al contempo riflettere: un esordio efficace con una bella prova d'attrice della protagonista Laura Dern, spaesata e innocente peccatrice. Presentato al Sundance Film Festival.
Graffiante commedia d'esordio più agra che dolce per il cineasta del Nebraska Alexander Payne, Storia di Ruth, donna americana prende come spunto la vicenda di una cittadina tutt'altro che modello (drogata, madre degenere e assente, squattrinata e anche un po' tonta) per ironizzare pesantemente sullo scontro tipicamente statunitense tra le associazioni che combattono (è il caso di dirlo) per sconfiggere l'aborto, in odore di fanatismo religioso, e i sostenitori del diritto di scelta. Tra i due gruppi si sviluppa una vera e propria guerra con tanto di spionaggio e Ruth non è altro che uno strumento mediatico per veicolare l'attenzione: poco importa del vero destino della donna (e del suo eventuale figlio), quello che conta è avere i riflettori puntati su di sé. Payne inserisce così nella sua satira anche una stoccata al sistema mediatico affamato di tragedie quotidiane che a partire dal modello stelle e strisce è diventato popolare in tutto il mondo. Qualche difetto (i personaggi sono più macchiettistici del dovuto), ma nel complesso un buon ritmo e una solida scrittura intrattengono e fanno al contempo riflettere: un esordio efficace con una bella prova d'attrice della protagonista Laura Dern, spaesata e innocente peccatrice. Presentato al Sundance Film Festival.