The Earth Is Blue as an Orange
Durata
74
Formato
Regista
Hanna e la sua famiglia vivono nella zona di guerra del Donbass. Essendo appassionate di cinema, le due figlie, con la supervisione della madre, decidono di girare un film per raccontare la loro vita durante la guerra. Riusciranno, grazie al cinema, a superare le loro sofferenze?
Con il pluripremiato The Earth Is Blue as an Orange (2020), Iryna Tsilyk racconta, come faceva anche il suo lungometraggio d’esordio Invisible Battalion (2017), la guerra nel Donbass e il ruolo che le donne, volenti o nolenti, hanno dovuto interpretare durante il conflitto. Per farlo si focalizza su una famiglia ucraina, quasi interamente femminile, che sta girando un film sulla loro vita quotidianamente scandita dai bombardamenti. Il set diventa quindi il luogo perfetto per analizzare i “vuoti” causati dalla guerra e come essi siano stati riempiti. Uno di questi è sicuramente quello lasciato dal padre e occupato dalla madre, che nel frattempo assurge anche al ruolo di regista, evidente metafora della sua importanza e autorevolezza all’interno della famiglia. Essa però, tramite piccole ed efficaci scene, diventa una sineddoche dell’intera comunità. Le figure maschili, essendo presenti solo nei panni di soldati o bambini, risultano dei veri e propri fantasmi che si aggirano tra le macerie dei palazzi distrutti. Il cinema non è tuttavia esclusivamente usato per analizzare l’assetto della società ucraina. Attraverso l’obiettivo della sua fotocamera infatti Myroslava, una delle due figlie, riesce ad elaborare le costanti difficoltà delle loro vite e a vedere la speranza di un futuro migliore. Quest’ultima si materializza nella possibilità di partecipare, tramite una borsa di studio, alla scuola di cinema, con lo scopo di diventare una direttrice della fotografia professionista. Iryna Tsilyk sfrutta quindi sapientemente il dispositivo metacinematografico per raccontare, attraverso la vita di questa famiglia, e in particolare la prismatica figura della madre, tutte le ovviamente interconnesse storie di coesistenza con la guerra. Premio alla Miglior regia per un documentario straniero al Sundance Film Festival 2020.
Con il pluripremiato The Earth Is Blue as an Orange (2020), Iryna Tsilyk racconta, come faceva anche il suo lungometraggio d’esordio Invisible Battalion (2017), la guerra nel Donbass e il ruolo che le donne, volenti o nolenti, hanno dovuto interpretare durante il conflitto. Per farlo si focalizza su una famiglia ucraina, quasi interamente femminile, che sta girando un film sulla loro vita quotidianamente scandita dai bombardamenti. Il set diventa quindi il luogo perfetto per analizzare i “vuoti” causati dalla guerra e come essi siano stati riempiti. Uno di questi è sicuramente quello lasciato dal padre e occupato dalla madre, che nel frattempo assurge anche al ruolo di regista, evidente metafora della sua importanza e autorevolezza all’interno della famiglia. Essa però, tramite piccole ed efficaci scene, diventa una sineddoche dell’intera comunità. Le figure maschili, essendo presenti solo nei panni di soldati o bambini, risultano dei veri e propri fantasmi che si aggirano tra le macerie dei palazzi distrutti. Il cinema non è tuttavia esclusivamente usato per analizzare l’assetto della società ucraina. Attraverso l’obiettivo della sua fotocamera infatti Myroslava, una delle due figlie, riesce ad elaborare le costanti difficoltà delle loro vite e a vedere la speranza di un futuro migliore. Quest’ultima si materializza nella possibilità di partecipare, tramite una borsa di studio, alla scuola di cinema, con lo scopo di diventare una direttrice della fotografia professionista. Iryna Tsilyk sfrutta quindi sapientemente il dispositivo metacinematografico per raccontare, attraverso la vita di questa famiglia, e in particolare la prismatica figura della madre, tutte le ovviamente interconnesse storie di coesistenza con la guerra. Premio alla Miglior regia per un documentario straniero al Sundance Film Festival 2020.