La nostra storia

El olvido que seremos

Anno

Paese

Generi

Durata

136

Formato

Regista

Medellín, 1983. Héctor Abad Jr. (Juan Pablo Urrego da grande, Nicolás Reyes Cano da piccolo), studente di letteratura a Torino, rientra nella Colombia natale per assistere al congedo 'forzato' del padre dall'insegnamento universitario. Héctor Abad Gómez (Javier Cámara), medico e attivista colombiano per i diritti umani, è inviso al regime che fa gli interessi di pochi. Durante la cerimonia, il figlio evoca la sua infanzia e quel padre adorabile e ingombrante che gli ha insegnato il valore dell'amore e il rispetto per il prossimo. 

Il regista spagnolo Fernando Trueba, affiancato in sceneggiatura anche dal fratello David, adatta Oblivion: A Memoir del colombiano Héctor Abad Faciolince, incentrato sul legame tra se stesso e il padre Héctor Abad Gómez, che fu medico, professore universitario e attivista e venne ucciso dai paramilitari nel 1987 a Medellín. La parabola personale messa in scena, pur intercettando più di uno spunto legato alla collettività, cerca una misura etica e commossa nel racconto di una figura paterna inevitabilmente esemplare, ma nonostante le buone e perfino lodevoli intenzioni si fa fatica a non rimanere impantanati in qualche implicazione patinata e retorica di ritorno. In bilico tra romanzo di formazione e memoriale privato, il film di Trueba paga anche il limite di essere un po’ privo di baricentro, dividendosi tra l’infanzia a colori dello scrittore, il decennio successivo in bianco e nero e anche delle scene ambientate a Torino e relative al periodo universitario, con una scarsa capacità di tenuta. La prova di Cámara è di grande generosità e si fa carico della potenza luminosa e di specchiata virtù di un personaggio sulla carta bidimensionale, ma che l’interprete contribuisce a ispessire e a caricare con lucidità; a differenza, molto spesso, di un film cui si sarebbe richiesta più convinzione per allargare le maglie del biopic verso una maggiore densità. Il titolo è tratto da una poesia di Borges che Héctor conservava il tasca il giorno in cui fu ucciso. Contrassegnato col bollino del Festival di Cannes 2020, è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma per poi uscire in sala in Italia con un un titolo più virato alla comfort zone, La nostra storia.
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