The Mastermind
The Mastermind
Durata
110
Formato
Regista
In un tranquillo angolo del Massachusetts, intorno al 1970, JB Mooney (Josh O’Connor), un falegname disoccupato diventato ladro d'arte dilettante, pianifica la sua prima grande rapina. Ma quando le cose cominciano ad andare male, la sua vita viene stravolta.
La regista statunitense Kelly Reichardt prosegue la sua esplorazione di un’America ai margini e lontana dagli abituali riflettori hollywoodiani e massmediatici, scegliendo il britannico O’Connor come protagonista di uno strano lungometraggio che tuttavia si regala tra i film meno ispirati della grande cineasta indipendente. Nonostante una confezione formale di indubbio fascino e un tono catatonico sulla carta arthouse, ma in verità decisamente inerte e soporifero (soprattutto nella prima parte), The Mastermind appare per larghi tratti un film inutilmente pretenzioso, che gira il più delle volte a vuoto e si compiace molto del proprio stile radicale. Il ruolo giocato da MUBI in ambito produttivo-distributivo, in tal senso, potrebbe aver portato a pensarlo come un prodotto pensato direttamente per lo streaming su piattaforma, ma è innegabile il talento di Reichardt nel ricreare alcune inquadrature di grande fascinazione d’epoca, simili a veri e propri quadri (il finale rappresenta forse l’apice pittorico in questo senso). Le sequenze degne di nota non mancano, dalla scena coi maiali ad alcuni dialoghi, ma si fa fatica ad appassionarsi alle vicende narrate e tutto scorre insopportabilmente sotto traccia, sebbene s’intravedono interessanti stoccate alla storia americana e qualche riferimento non troppo velato alla guerra del Vietnam. In parte il risultato è abbastanza affascinante, soprattutto per il fatto che la cineasta prosegua un interessante discorso filosofico sulla ”inutilità” dell’arte - come suppellettile di un’incapacità di vivere appieno la vita, come rifugio ma anche come maledizione - già evidenziato nel suo precedente Showing Up, ma le suggestioni non bastano a coprire i troppi limiti di un prodotto che funziona soltanto a metà... a essere generosi. Presentato in Concorso al Festival di Cannes 2025.