The Ugly Stepsister
Den Stygge Stesøsteren
Durata
110
Formato
Regista
Elvira (Lea Myren) vive con sua sorella e sua madre Rebekka (Ane Dahl Torp): quest’ultima ha da poco sposato un uomo più anziano nella speranza di ottenere ricchezza e privilegi e, nel frattempo, è diventata la matrigna di Agnes (Thea Sofie Lochnaess), la figlia avuta dal marito da un precedente matrimonio. Durante la prima notte di nozze, però, il padre di Agnes muore improvvisamente e la famiglia scopre che in realtà era rimasto senza un soldo. Preoccupata di essere troppo vecchia per trovare un nuovo uomo abbastanza ricco per mantenerle, Rebekka decide di far sposare una delle sue figlie: sceglie Elvira perché ha già la raggiunto la pubertà, ma è anche consapevole che sua figlia non ha un aspetto adeguato per provare a conquistare l’ambito Principe… soprattutto se anche la bellissima sorellastra Agnes dovesse partecipare alla competizione.
Quando Cenerentola incontra David Cronenberg: è una delle frasi che è stata più utilizzata per raccontare in maniera abbastanza didascalica questa potente opera prima norvegese, che ribalta la classica favola in una chiave non soltanto gotica, ma decisamente vicina alle logiche del body horror contemporaneo (diversi i possibili rimandi a The Substance o, con un confronto più leggero, a Povere creature). Non c’è forse chissà quale originalità alla base di The Ugly Stepsister, ma il film colpisce ugualmente grazie a una messinscena raffinata, valorizzata da un’impressionante colonna sonora elettronica e da una fotografia che unisce un immaginario simil vittoriano a un registro grottesco che non viene mai abbandonato nel corso della visione. La brava esordiente Blichfeldt racconta un ipotetico passato per parlare del presente, usa il genere per riflettere in chiave politica, dando vita a un racconto femminile e femminista di grande forza concettuale e drammaturgica. Qualche eccesso qua e là si poteva tagliare? Forse sì, ma il disegno d’insieme è di quelli che non si dimenticano e sono numerose le riflessioni che il film lascia al termine dei titoli di coda. Bravissima la protagonista Lea Myren chiamata a tour de force attoriale di estrema difficoltà.