La voce di Hind Rajab
The Voice of Hind Rajab
Durata
89
Formato
Regista
29 gennaio 2024. I volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata di emergenza. Una bambina di cinque anni è intrappolata in un’auto sotto attacco a Gaza, e implora di essere salvata. Mentre cercano di tenerla al telefono fanno tutto il possibile per far arrivare un’ambulanza. Il suo nome era Hind Rajab.
Due anni dopo Quattro figlie, la regista Kaouther Ben Hania torna a ragionare sul rapporto tra verità e finzione con un film che la porta alla completa maturità autoriale. L’autrice tunisina sceglie di lasciare la violenza fuori campo, ambientando quasi tutta la pellicola all’interno di un’unica location, quella dove i volontari ricevono le chiamate di emergenza. Sono interpreti che mettono in scena le testimonianze che la regista ha raccolto da coloro che hanno cercato davvero di salvare la bambina in una corsa contro il tempo che rende la visione estremamente coinvolgente e inquietante, portandoci a sperare davvero nella salvezza della piccola Hind Rajab, nonostante si sappia già come sia in realtà andata a finire. Con alcuni possibili rimandi concettuali allo splendido La zona d’interesse di Jonathan Glazer, la violenza non viene inquadrata ma viene ascoltata ed è proprio sul versante del sonoro che The Voice of Hind Rajab si trasforma in qualcosa di ancor più importante e potente di quanto potremmo presupporre leggendo la trama. La voce che ascoltiamo è quella della vera registrazione audio della piccola Hind Rajab e questo aspetto contribuisce ancora di più alla veridicità di un’operazione imponente, capace di essere allo stesso fortemente impegnata, artisticamente impeccabile e in grado di sensibilizzare su un tema sempre più urgente. Non è semplice trattenere le lacrime di fronte a questo film, ma non (sol)tanto per il cosa di cui parla, ma soprattutto per il come ne parla. Vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia.