
The Whale
The Whale
Durata
117
Formato
Regista
Charlie (Brendan Fraser) è un insegnante affetto da una grave forma di obesità. Le sue giornate sono tutte uguali fino a quando non deciderà di provare a riallacciare i rapporti con la figlia adolescente (Sadie Sink), con la quale ha perso i contatti, per un’ultima possibilità di redenzione.
A cinque anni di distanza dal precedente Madre! (2017), Darren Aronofsky torna a confrontarsi con il cinema da camera ambientando un altro film esclusivamente all'interno della dimora del protagonista. The Whale è una sfida cinematografica interessante e calata perfettamente nelle ossessioni dell'autore. Da sempre attento a indagare la fascinazione per il corpo umano (trucidato in The Wrestler, eccessivamente perfetto ne Il cigno Nero), il regista statunitense prova a fare i conti ora con una prigione psicofisica dalla quale cercare di scappare. Casa sua (così come il suo corpo) è un carcere che lui stesso ha contribuito a costruire e le sbarre più importanti ed evidenti che dovrà imparare a limare non sono di carattere fisico ma psicologico. I personaggi che infatti ciclicamente gravitano attorno a Charlie (dall'amica badante sino alla figlia ribelle) rappresentano un'ultima prova di riscatto con cui provare a confrontarsi, ma è la solitudine più buia e crudele a donare all'operazione un'aura profondamente drammatica e disperata. Aronofsky è bravo a mantenersi in equilibrio su un terreno decisamente scivoloso, mentre cede un po' il passo alla struttura drammaturgica che, soprattutto nella parte centrale, risulta un po' ridondante e monotona. Incredibile interpretazione di Brendan Fraser, vera sorpresa di questo lungometraggio, che ha meritatamente alzato l'Oscar come miglior attore protagonista. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2022.
A cinque anni di distanza dal precedente Madre! (2017), Darren Aronofsky torna a confrontarsi con il cinema da camera ambientando un altro film esclusivamente all'interno della dimora del protagonista. The Whale è una sfida cinematografica interessante e calata perfettamente nelle ossessioni dell'autore. Da sempre attento a indagare la fascinazione per il corpo umano (trucidato in The Wrestler, eccessivamente perfetto ne Il cigno Nero), il regista statunitense prova a fare i conti ora con una prigione psicofisica dalla quale cercare di scappare. Casa sua (così come il suo corpo) è un carcere che lui stesso ha contribuito a costruire e le sbarre più importanti ed evidenti che dovrà imparare a limare non sono di carattere fisico ma psicologico. I personaggi che infatti ciclicamente gravitano attorno a Charlie (dall'amica badante sino alla figlia ribelle) rappresentano un'ultima prova di riscatto con cui provare a confrontarsi, ma è la solitudine più buia e crudele a donare all'operazione un'aura profondamente drammatica e disperata. Aronofsky è bravo a mantenersi in equilibrio su un terreno decisamente scivoloso, mentre cede un po' il passo alla struttura drammaturgica che, soprattutto nella parte centrale, risulta un po' ridondante e monotona. Incredibile interpretazione di Brendan Fraser, vera sorpresa di questo lungometraggio, che ha meritatamente alzato l'Oscar come miglior attore protagonista. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2022.