
L'albero della vita – The Fountain
The Fountain
Durata
96
Formato
Regista
Thomas Creo (Hugh Jackman) è un ricercatore di medicina, disposto a tutto pur di salvare la moglie (Rachel Weisz) malata di cancro. Il suo tentativo di guarire l'amata ha radici lontane e proseguirà anche nel futuro.
Dopo due film “piccoli” ma importanti, come π – Il teorema del delirio (1998) e Requiem for a Dream (2000), Darren Aronofsky alza il tiro con una storia ambientata in tre epoche differenti: il sedicesimo, il ventunesimo e il ventiseiesimo secolo, come a voler dire passato, presente e futuro. In tutti c'è un uomo (lo stesso?) chiamato a salvare la sua amata: è un romantico conquistador, uno scienziato e, infine, un astronauta. Le storie tenderanno a confluire attorno al biblico “albero della vita”. Certamente ad Aronofsky non manca il talento visivo (come dimostra, in particolare, la suggestiva parte nel futuro), ma in questo caso non è sufficiente a tenere le redini di un progetto troppo ambizioso, che finisce per perdere equilibrio col passare dei minuti. I momenti delicati del tempo presente perdono di valore e pregnanza, se rapportati all'andamento ridondante e un po' pacchiano del tempo passato. Spazio a meditazioni buddiste, filosofia New Age e tanto altro in un calderone fin troppo autocompiaciuto, dove Hugh Jackman e Rachel Weisz si muovono spaesati e privi di una guida adeguata.
Dopo due film “piccoli” ma importanti, come π – Il teorema del delirio (1998) e Requiem for a Dream (2000), Darren Aronofsky alza il tiro con una storia ambientata in tre epoche differenti: il sedicesimo, il ventunesimo e il ventiseiesimo secolo, come a voler dire passato, presente e futuro. In tutti c'è un uomo (lo stesso?) chiamato a salvare la sua amata: è un romantico conquistador, uno scienziato e, infine, un astronauta. Le storie tenderanno a confluire attorno al biblico “albero della vita”. Certamente ad Aronofsky non manca il talento visivo (come dimostra, in particolare, la suggestiva parte nel futuro), ma in questo caso non è sufficiente a tenere le redini di un progetto troppo ambizioso, che finisce per perdere equilibrio col passare dei minuti. I momenti delicati del tempo presente perdono di valore e pregnanza, se rapportati all'andamento ridondante e un po' pacchiano del tempo passato. Spazio a meditazioni buddiste, filosofia New Age e tanto altro in un calderone fin troppo autocompiaciuto, dove Hugh Jackman e Rachel Weisz si muovono spaesati e privi di una guida adeguata.