The Woman King

Il generale Nanisca (Viola Davis) addestra un nuovo esercito di guerriere Agojie, chiamate a proteggere il regno di Dahomey, in Africa. Il nemico è alle porte e le guerriere sono pronte a difendere la loro terra e le loro tradizioni da chi vuole distruggerle.

Gina Prince-Bythewood alza decisamente l’asticella rispetto ai suoi film precedenti mettendosi a dirigere un’epica in costume, ambientata in un inizio ‘800 tra ricostruzione storica e invenzione mitica. La pellicola si staglia tra i blockbuster dello stesso genere grazie ai tanti spunti socioculturali che mette in primo piano: emancipazione femminile, indipendenza dal colonialismo europeo e americano e lotta allo schiavismo sono i punti focali (anche se non sempre storicamente attendibili) di una sceneggiatura che rifiuta fin da subito una spettacolarizzazione fine a sé stessa. Certo, sono tematiche delicate che vengono affrontate in certi passaggi anche piuttosto superficialmente, favorendo invece risapute dinamiche melodrammatiche, ma per un progetto del genere è più che sufficiente. Discreto ritmo ed efficaci coreografie muscolari; più laccate e posticce fotografia e scenografia. Soggetto scritto dall’attrice Maria Bello in seguito a un viaggio in Benin, negli ex territori del regno di Dahomey.