Tokyo Decadence
Topazu
Durata
135
Formato
Regista
In una Tokyo opprimente e alienante, la giovane Ai (Miho Nikaido) mette a disposizione il proprio corpo a clienti d'alto bordo per pratiche sessuali di dominazione e sottomissione. Le sessioni di sesso a pagamento si rivelano incontri tra solitudini in cui il piacere erotico sfuma nella disperazione.
«Una ragazza pura e coraggiosa come te è la sola speranza per il corrotto Giappone». Basato sull'omonimo romanzo di Murakami stesso (autore anche della sceneggiatura), Tokyo Decadence è un apologo crudo e grottesco su sottomissione e arte della sopraffazione in una metropoli che riduce all'annullamento della propria personalità attraverso una ricerca di se stessi che passa per la mercificazione del corpo. Un manuale di perversione e piacere sessuale deviato, in cui l'umiliazione della donna si manifesta in performance prive di sentimento basate su una morbosità ossessiva e rituale (feticismo, bondage, voyeurismo). Il piacere del dominio vorrebbe colmare un vuoto esistenziale e una frustrazione tangibili più che una reale esigenza fisica. Ne sono una prova l'atmosfera rarefatta e il paesaggio livido e metallico restituito da una Tokyo notturna priva di contatti umani e popolata da luci artificiali, spettrali grattacieli e caos frenetico. Nonostante l'incandescente matrice sadomaso della vicenda, sono apprezzabili i tentativi (non sempre funzionali) di riflessione sulla tragicità della natura dei personaggi e la cura nella descrizione degli ambienti. I dialoghi estremamente spinti ed espliciti più che turbare spesso fanno sorridere, ma la scrittura conserva una precisa e coerente identità nichilista. Erotismo ai limiti dell'hardcore che incontra il cinema d'autore. Epilogo suggestivo. Edizione italiana massacrata dalla censura, con tagli di oltre mezz'ora (non nelle sequenze più spinte) che stravolgono il senso del film e ne compromettono la logica consequenzialità degli eventi. Musiche di Ryūichi Sakamoto.
«Una ragazza pura e coraggiosa come te è la sola speranza per il corrotto Giappone». Basato sull'omonimo romanzo di Murakami stesso (autore anche della sceneggiatura), Tokyo Decadence è un apologo crudo e grottesco su sottomissione e arte della sopraffazione in una metropoli che riduce all'annullamento della propria personalità attraverso una ricerca di se stessi che passa per la mercificazione del corpo. Un manuale di perversione e piacere sessuale deviato, in cui l'umiliazione della donna si manifesta in performance prive di sentimento basate su una morbosità ossessiva e rituale (feticismo, bondage, voyeurismo). Il piacere del dominio vorrebbe colmare un vuoto esistenziale e una frustrazione tangibili più che una reale esigenza fisica. Ne sono una prova l'atmosfera rarefatta e il paesaggio livido e metallico restituito da una Tokyo notturna priva di contatti umani e popolata da luci artificiali, spettrali grattacieli e caos frenetico. Nonostante l'incandescente matrice sadomaso della vicenda, sono apprezzabili i tentativi (non sempre funzionali) di riflessione sulla tragicità della natura dei personaggi e la cura nella descrizione degli ambienti. I dialoghi estremamente spinti ed espliciti più che turbare spesso fanno sorridere, ma la scrittura conserva una precisa e coerente identità nichilista. Erotismo ai limiti dell'hardcore che incontra il cinema d'autore. Epilogo suggestivo. Edizione italiana massacrata dalla censura, con tagli di oltre mezz'ora (non nelle sequenze più spinte) che stravolgono il senso del film e ne compromettono la logica consequenzialità degli eventi. Musiche di Ryūichi Sakamoto.