In un collegio per ragazzi sordomuti, Sergey (Grigoriy Fesenko) dovrà lottare per poter conquistare un posto nella rigida gerarchia criminale dell'istituto. Da poco arrivato nella scuola, Sergey riuscirà a guadagnarsi il rispetto dei compagni, ma il sentimento che prova per una ragazza afflitta dai suoi stessi problemi (Yana Novikova) rischia di farlo finire nei guai.

Ha fatto molto parlare di sé The Tribe, fin dalla presentazione al 67° Festival di Cannes in cui è stato inserito (e premiato) all'interno della Settimana della Critica. Un film completamente basato sul linguaggio dei segni, privo di sottotitoli, e capace di dare vita a una fascinosa esperienza cinematografica in cui lo spettatore è chiamato a seguire una forma comunicativa a cui non si è abituati. Non manca il coraggio all'esordiente ucraino Myroslav Slaboshpytskiy: lo spunto è interessante ed è un film che, almeno per la prima parte, colpisce. Peccato, però, che l'operazione nasconda più di una furbizia, e la narrazione sia decisamente più banale di quanto potrebbe apparire a prima vista. L'eccessiva lunghezza limita ulteriormente il valore di una pellicola che risulta soprattutto una grande occasione sprecata. Perfetta per i cineforum, i pregi non le mancano, ma bisogna stare attenti a non cascarci troppo.
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