Una terapia di gruppo
Durata
100
Formato
Regista
Uno psicoterapeuta per errore dà appuntamento contemporaneamente a sei persone con Disturbo Ossessivo Compulsivo. I pazienti, in attesa che arrivi il medico, iniziano a confrontarsi improvvisando una sorta di terapia di gruppo in autonomia.
Paolo Costella, a due anni da Vicini di casa, torna a cimentarsi nella commedia con Una terapia di gruppo, dalla sceneggiatura di Michele Abatantuono e Laura Prando che realizzano il remake del film francese Toc Toc. Facendo sorridere il pubblico, l’intento è quello di far riflettere sui problemi, la solitudine, le difficoltà che si nascondono dietro ai disturbi. Non tutto, però, funziona a dovere (per usare un eufemismo...), complice anche una sceneggiatura che si ferma molto alla superficie. Se da una parte, i personaggi di Claudio Bisio (Federico, affetto da sindrome di Tourette), Margherita Buy (Annamaria, maniaca del controllo), e Claudio Santamaria (Emilio, ossessionato dei calcoli matematici) sono riusciti e più in parte, dall’altra quelli di Valentina Lodovini (Bianca, fissata con le pulizie), Leo Gassman (Otto, un giovane schiavo del suo cellulare) e Ludovica Francesconi (Lilli, alla ricerca sempre della simmetria), lo sono di meno con il risultato che il cast non è così affiatato come sarebbe stato necessario. A loro si aggiunge anche Lucia Mascino (Sonia, la segretaria impicciona dello psicoanalista). Ci sono un paio di spunti interessanti, come il revenge porn di cui è stata vittima Bianca, o la sofferenza per il padre morto da parte di Lilli, ma avrebbero meritato un approfondimento ben diverso, seppur ci troviamo nell’ambito della commedia, genere per definizione "leggero". A proposito di terapia di gruppo, aveva fatto un po' meglio Carlo Verdone con il suo Ma che colpa abbiamo noi (2003).
Paolo Costella, a due anni da Vicini di casa, torna a cimentarsi nella commedia con Una terapia di gruppo, dalla sceneggiatura di Michele Abatantuono e Laura Prando che realizzano il remake del film francese Toc Toc. Facendo sorridere il pubblico, l’intento è quello di far riflettere sui problemi, la solitudine, le difficoltà che si nascondono dietro ai disturbi. Non tutto, però, funziona a dovere (per usare un eufemismo...), complice anche una sceneggiatura che si ferma molto alla superficie. Se da una parte, i personaggi di Claudio Bisio (Federico, affetto da sindrome di Tourette), Margherita Buy (Annamaria, maniaca del controllo), e Claudio Santamaria (Emilio, ossessionato dei calcoli matematici) sono riusciti e più in parte, dall’altra quelli di Valentina Lodovini (Bianca, fissata con le pulizie), Leo Gassman (Otto, un giovane schiavo del suo cellulare) e Ludovica Francesconi (Lilli, alla ricerca sempre della simmetria), lo sono di meno con il risultato che il cast non è così affiatato come sarebbe stato necessario. A loro si aggiunge anche Lucia Mascino (Sonia, la segretaria impicciona dello psicoanalista). Ci sono un paio di spunti interessanti, come il revenge porn di cui è stata vittima Bianca, o la sofferenza per il padre morto da parte di Lilli, ma avrebbero meritato un approfondimento ben diverso, seppur ci troviamo nell’ambito della commedia, genere per definizione "leggero". A proposito di terapia di gruppo, aveva fatto un po' meglio Carlo Verdone con il suo Ma che colpa abbiamo noi (2003).