La moglie del vescovo

L'angelo custode Dudley (Cary Grant) riceve il compito di scendere fra gli umani per guidare il reverendo Henry Brougham (David Niven), vescovo protestante, nella sua missione: trovare i fondi per realizzare una nuova e imponente cattedrale. Dudley, però, rimane ammaliato dalla bellezza della moglie del vescovo, Julia (Loretta Young), che finirà per distrarlo dal suo obiettivo primario.

Ben prima dei suoi più grandi successi commerciali, Henry Koster dirige questa commedia in salsa agrodolce che si avvale, come suo determinante punto di forza, delle riuscite interpretazioni del suo cast. Cary Grant, nei panni dell'angelo, condisce il ruolo con il suo classico humour, evitandogli dunque di scivolare nello stereotipo più classico; Loretta Young, reduce dall'Oscar per La moglie celebre (H.C. Potter, 1947), svolge al meglio il suo compito, mentre David Niven è forse il più sacrificato della comitiva, pur rimanendo un punto fermo della pellicola. Oltre agli attori, i punti migliori del film se li aggiudicano la sceneggiatura ricca di punte d'ironia, in cui è possibile decifrare l'apporto di Billy Wilder, e la fotografia di Gregg Toland, che firma nel migliore dei modi il suo congedo dal mondo del cinema. La regia di Koster, invece, risulta a tratti scolastica e fin trascurabile.