Waiting for the Barbarians

Waiting for the Barbarians

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106

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Regista

Un Magistrato (Mark Rylance), amministratore di un isolato avamposto di frontiera al confine di un impero senza nome, aspetta con impazienza la tranquillità della pensione. Questo, almeno, sino all'arrivo del Colonnello Joll (Johnny Depp): incaricato di riferire sulle attività dei barbari e sulla sicurezza al confine, Joll conduce una serie di spietati interrogatori ai danni di quelli che classifica come nemici. Il trattamento disumano dei prigionieri e la tortura di una giovane donna barbara alla quale finisce per affezionarsi spingeranno il Magistrato a una crisi di coscienza e a un atto disperato di ribellione.

Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo firmato J. M. Coetzee, Premio Nobel per la letteratura nel 2003 e qui sceneggiatore, Waiting for the Barbarians è un film (a)storico calato in una dimensione spazio-temporale imprecisata: l'intento è fare della vicenda narrata – lo scontro tra popoli differenti e la sottomissione del più "debole" allo scettro punitivo della colonizzazione – un esempio (negativo) universale di prevaricazione e discriminazione del diverso. Costruendo le proprie fondamenta su una riflessione indubbiamente nobile, ma purtroppo indagata in maniera abbastanza superficiale (l'uomo bianco "civilizzato" e "civilizzatore" che rivela un'indole ben più sanguinosa e bestiale di quella gratuitamente attribuita al nemico barbaro), Waiting for the Barbarians sembra guardare ai grandi classici del cinema ambientati nel deserto, senza tuttavia riuscire a eguagliarne l'epica. Il Premio Oscar Mark Rylance è l'interprete perfetto per incarnare l'utopia dell'Uomo Giusto, ma purtroppo il suo atto di ribellione disperato e donchisciottesco trova terreno alquanto sterile sia nella dimensione diegetica – la democrazia non può fiorire là dove a radicarsi è l'abuso di potere – che nell'allestimento messo a punto dal regista: al proprio debutto in lingua inglese, Ciro Guerra firma un'opera sicuramente dignitosa, ma sacrifica la propria personalità autoriale a favore delle eccessive meticolosità e disciplina. Protagonisti, accanto a Rylance, Johnny Depp (abbastanza convincente anche se un po' ingessato) e un Robert Pattinson da dimenticare. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2019.

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