Party Girl

Angélique (Angélique Litzenburger) ha sessant'anni, lavora in un night club e continua ad amare follemente la vita notturna e il divertimento. Un giorno, però, il suo cliente più affezionato le chiederà di sposarlo mettendo in crisi tutte le sue certezze.

Opera prima realizzata a sei mani: i tre registi (Marie Amachoukeli, Claire Burger e Samuel Theis) hanno scelto uno stile semi-documentaristico per rendere ancor più “viva” e credibile una storia che prende direttamente spunto dalla vita reale di Angélique Litzenburger, attrice non professionista che interpreta se stessa (e lo stesso vale per buona parte del cast). Nel ritrarre una donna che ha vissuto ai margini della società, gli autori hanno costruito un quadro d'insieme funzionale e privo di evidenti difetti, seppur il film sappia di già visto e sia legato a un'idea di cinema che, nel 2014, si può tranquillamente definire “fuori tempo massimo”. I registi, attenti a rappresentare in tutte le sue sfaccettature il profilo psicologico della protagonista, peccano invece sul versante del ritmo e il loro lavoro cala di livello con il passare dei minuti. Scelto come titolo d'apertura della sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2014, dove ha vinto il premio come migliore opera prima.