Bilal (Firat Ayverdi), profugo adolescente curdo-iracheno, fa tappa in Francia prima di tentare di raggiungere la fidanzatina (Derya Ayverdi) a Londra. L'incontro con un insegnante di nuoto (Vincent Lindon) lo convince a compiere un'impresa disperata: attraversare la Manica affidandosi alle proprie forze.

Inscrivendosi perfettamente nell'aspro dibattito sull'immigrazione, Welcome ha avuto in Francia un ruolo sociale di notevole importanza, amplificando le voci dalla parte dei clandestini. Il valore della pellicola, però, non è solo politico: costruendo un rapporto sincero e toccante tra i due protagonisti, che va tra il paterno e l'amichevole, Lioret evita accuratamente il rischio, effettivamente alto, di scadere nella bieca retorica, dando vita a due personaggi quotidiani, portatori di un messaggio di forte umanità. La società che si irrigidisce davanti alla “invasione” non viene intenerita neppure dalla purezza di un sentimento acerbo ma già più grande del mare, e la storia di Bilal diventa metafora di altre milioni di persone respinte, ignorate, temute da un'Europa solo apparentemente civile e democratica. La sobrietà della messinscena e le spiagge grigie battute dal vento ben si accordano con un'opera asciutta e sferzante, struggente non per l'utilizzo di facili mezzucci strappalacrime, ma proprio per l'autenticità cruda della storia narrata. Bravissimi i due protagonisti.
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