
Tutti i nostri desideri
Toutes nos envies
Durata
120
Formato
Regista
Claire (Marie Gillain) ha un'esistenza perfetta: è un giovane magistrato, con due figli e una serena vita familiare. Un giorno, però, scopre di avere un tumore inoperabile al cervello e decide di tenerlo nascosto al marito (Yannick Renier) con l'aiuto del collega Stéphane (Vincent Lindon). Nel frattempo, cerca di aiutare Céline (Amandine Dewasmes), una madre disperata con figli a carico.
Dopo il toccante Welcome (2009), Philippe Lioret torna a raccontare una storia di profonda umanità, ma stavolta è meno abile a dosare tragedia e poesia, finendo per assestarsi su un tradizionale melodramma dai toni piuttosto classici. Tratto dal romanzo Vite che non sono la mia di Emmanuel Carrére, Tutti i nostri desideri ha l'ambizione di raccontare due crisi in parallelo: quella personale della protagonista Claire, che si trova a dover affrontare malattia e morte in giovane età; e quella economica riflessa dalla vicenda di Céline, sola e in bolletta, ignorata da una società sempre meno capace di ascoltare i propri bisogni. Spunti ricchi, ma non adeguatamente approfonditi da una sceneggiatura che spesso preferisce adottare facili soluzioni retoriche a una riflessione più articolata, finendo per essere più didascalica che commovente. Apprezzabili comunque le belle performance di Lindon e della Gillain. Presentato alla 68ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Dopo il toccante Welcome (2009), Philippe Lioret torna a raccontare una storia di profonda umanità, ma stavolta è meno abile a dosare tragedia e poesia, finendo per assestarsi su un tradizionale melodramma dai toni piuttosto classici. Tratto dal romanzo Vite che non sono la mia di Emmanuel Carrére, Tutti i nostri desideri ha l'ambizione di raccontare due crisi in parallelo: quella personale della protagonista Claire, che si trova a dover affrontare malattia e morte in giovane età; e quella economica riflessa dalla vicenda di Céline, sola e in bolletta, ignorata da una società sempre meno capace di ascoltare i propri bisogni. Spunti ricchi, ma non adeguatamente approfonditi da una sceneggiatura che spesso preferisce adottare facili soluzioni retoriche a una riflessione più articolata, finendo per essere più didascalica che commovente. Apprezzabili comunque le belle performance di Lindon e della Gillain. Presentato alla 68ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.