10 Director’s Cut VS i tagli della produzione
24/03/2021



Con la recente uscita di Zack Snyder’s Justice League siamo tornati di nuovo a riflettere su quanto potere decisionale i registi abbiano, all’effettivo, sulle loro opere, e su quanta sia forte e invadente l’ingerenza delle case di produzione. Nel corso degli anni sono state molte le pellicole ridotte a un riflesso distorto di quella che era la visione iniziale dell’autore. Molti nomi illustri, da Francis Ford Coppola a Ridley Scott, da Michael Cimino a Orson Welles, sono stati vittime di tagli scellerati, autori condannati a presentare le proprie opere monche e snaturate. Fortunatamente il pubblico ha potuto riscoprire e rivalutare molte di queste pellicole proprio grazie all’uscita delle Director’s Cut. Andiamo quindi a proporvi 10 Director’s Cut ormai entrate nella storia.






Metropolis (1927) di Fritz Lang. Il capolavoro del regista tedesco, nella versione da lui pensata, durò soltanto il tempo della première berlinese. Pesantemente criticato per l’eccessivo minutaggio, il film subì dei pesanti tagli e, a causa della scomparsa di diverse parti della pellicola, per ricostruire l’opera iniziale ci sono voluti più di 80 anni. 





È nata una stella (1954) di George Cukor. Cukor, che si vide il film torturato in sede di montaggio, non avrebbe approvato l'esito finale: i 181 minuti di durata furono considerati troppi dagli executives, che lo “ridussero” a 156. Nel 1983 è uscita una director’s cut con due nuovi numeri musicali e 8 minuti di scene drammatiche.





L’infernale Quinlan (1958) di Orson Welles. Poco prima dell'uscita, il film fu rimontato con alcune scene aggiuntive e numerosi tagli e furono imposti i titoli di testa sulla sequenza iniziale accompagnata dalla splendida musica di Henry Mancini. Welles lasciò un memoriale in cui descriveva meticolosamente il suo montaggio originale: sulla base di quel documento, il montatore Walter Murch e il critico Jonathan Rosenbaum hanno dato vita nel 1998 a una nuova versione della pellicola, fedele ai dettami del regista, recuperando quasi venti minuti di frammenti eliminati, tagliando le scene posticce, i titoli di testa e la musica sulla scena d'apertura.





Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) di Steven Spielberg. Esistono altre due diverse versioni del film: nel 1980 Spielberg mise mano a un'edizione speciale che aggiungeva alcune sequenze all'interno dell'astronave aliena, ma più corta di tre minuti; in occasione del venticinquennale, invece, il regista ha ripristinato il finale originale, aggiungendo numerose scene inedite.





Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola. Nel 2001 uscì la versione Redux del film: 49 minuti aggiuntivi rispetto alla versione cinematografica. Risaltano principalmente le scene ambientate nella piantagione che consentono al regista una più metodica discesa nella follia umana, racchiudendo, al contempo, molto del messaggio politico del film.





I cancelli del cielo (1980) di Michael Cimino. Forse il flop più clamoroso della storia del cinema. Durante il secondo passaggio in sala subì un taglio di 149 minuti. Riportato allo splendore originale nel director's cut (216 minuti) alla Mostra del Cinema di Venezia del 2012, oggi viene finalmente acclamato per quello che è: un sublime (post)western, un affresco dove la dimensione epica si mescola a una visione critica e anticonsolatoria dell'America capitalista (che è probabilmente il vero motivo dietro la sua ostracizzazione).





Blade Runner (1982) di Ridley Scott. Nel 1992 uscì la director's cut, versione sicuramente più affascinante rispetto alla sua controparte cinematografica. Scott eliminò il lieto fine imposto dai produttori, sostituendolo con una conclusione più ambigua, rimosse la voce over alla Philip Marlowe di Deckard e, soprattutto, aggiunse una scena significativa in cui il protagonista sogna un unicorno.




Fanny & Alexander
(1982) di Ingmar Bergman. Esiste una versione integrale di 312 minuti trasmessa dalla TV svedese capace di dare ancor più valore al dramma familiare, arricchendolo di ulteriori sfumature.




La bella scontrosa
(1991) di Jacques Rivette. Uno dei rari casi in cui la directors’s cut del regista riuscì a precedere in sala la versione tagliata dalla produzione. Nel 1993 ne è uscita infatti una versione ridotta rispetto alle quattro ore iniziali della durata di 125 minuti, intitolata Divertimento.




Donnie Darko
(2001) di Richard Kelly. Uscito nelle sale americane proprio il weekend successivo all'11 settembre (una coincidenza da far rizzare i peli della nuca, soprattutto considerando una certa scena del film che ha per protagonista un velivolo che si abbatte sulla dimora del protagonista), è stato un disastro commerciale e sul momento non ha trovato un pubblico, probabilmente ancora sotto shock, in grado di recepirne la portata, ma si sarebbe ampiamente rifatto negli anni a venire. Esiste una versione director's cut con venti minuti di sequenze aggiuntive, presentata alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2004.


Simone Manciulli

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