Zero in condotta
Zéro de conduite
1933
Paese
Francia
Generi
Commedia, Drammatico
Durata
41 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Jean Vigo
Attori
Jean Dasté
Robert le Flon
Du Verron
Delphin
Léon Larive
Louis de Gonzague
Raphaël Diligent
Louis Lefebvre
Gilbert Pruchon
In un austero collegio francese governato da adulti ottusi che vietano la creatività e assegnano severe punizioni, quattro ragazzi prendono uno zero in condotta. Questi decidono allora di ribellarsi pacificamente all'arroganza dei grandi, dando libero sfogo alla propria spensieratezza assistiti prima dalla complicità di un nuovo custode compiacente (Jean Dasté) e poi da un numero crescente di compagni che desiderano essere liberi. Film fortemente autobiografico (il regista fu internato in un collegio per otto anni) che racconta l'infanzia come un momento di straordinaria energia vitale e spirito ribellistico contro l'ordine costituito incarnato da una borghesia grossolana e gretta. Vigo, quindi, dà libero sfogo a un immaginario ricchissimo, straniante e vigoroso in cui il desiderio di libertà ed emancipazione dei giovani protagonisti va di pari passo con la straordinaria creatività visiva del cineasta francese e con uno stile indubbiamente unico, originale e sfuggevole, che restituisce un senso di smarrimento e, al contempo, di rivendicazione identitaria. Modello indiscusso per tutto il cinema successivo che ha tentato di raccontare i turbamenti emotivi dell'età adolescenziale, è un'opera anarchica e inclassificabile, caratterizzata da trovate figurative sempre spiazzanti (come il direttore dell'istituto impersonato da un nano con barba posticcia), da una commistione misurata tra gli aspetti comici e quelli più drammatici, da contrappunti visivi e sonori intellettualmente stimolanti, da sperimentalismi formali tanto arditi quanto geniali che donano alla confezione una dimensione sospesa tra metafisica e onirismo. Fondamentali i contributi del direttore della fotografia Boris Kaufman (fratello dell'avanguardista russo Dziga Vertov) e del musicista Maurice Jaubert, uno dei musicisti simbolo del realismo poetico francese. Poco dopo la realizzazione del film, Vigo si scontrò duramente con la censura che bollò il film come antifrancese e ne procrastinò l'uscita fino al 1945.
Maximal Interjector
Browser non supportato.