Nella Russia postrivoluzionaria, Kira (Alida Valli) si innamora dell'aristocratico Leo (Rossano Brazzi), che è tenuto sott'occhio dalla polizia. Quando l'uomo si ammala di tubercolosi, Kira cede alla corte del capo della polizia Andrei (Fosco Giachetti) solo per poter proteggere il suo unico amato.

Tratto dal romanzo We the Living (1936) di Ayn Rand, un'opera composta da due pellicole separate per questioni di logiche commerciali (Noi vivi di 94 minuti e Addio Kira! di 96). Il dittico di Alessandrini si fa apprezzare per il pieno controllo tecnico e narrativo che il regista dimostra con buona disinvoltura, riuscendo nell'intento di realizzare un film dalla esplicite ambizioni letterarie. Riadattare un romanzo così lungo e complesso non era semplice, ma la sfida è sicuramente vinta sia in fase di sceneggiatura, sia soprattutto nella messa in scena. Un melodramma di ampio respiro, che seppur risenta di un ritmo piuttosto lento dovuto all'impianto da feuilleton popolare, riesce a trovare il consenso degli amanti del genere, senza voler mai osare più del dovuto.
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