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Morricone e i registi: cinque collaborazioni importanti per il compositore oltre a Leone

Ennio Morricone, nato a Roma nel 1928 da un trombettista e una sarta, ha iniziato a suonare e scrivere musica sin dagli anni '50 e non ha più smesso. Nella sua lunga carriera ha lavorato con moltissimi registi, arrivando comporre e arrangiare le musiche per più di 500 film.

Vista la mole impressionante della sua produzione - e l'impossibilità di redigere una classifica senza citare sempre gli stessi (immortali) brani da lui firmati, come viene dimostrato da questo articolo scritto in occasione della sua vittoria agli Oscar - abbiamo deciso di non stilare una classica lista delle migliori colonne sonore di Morricone ma di mantenerci in linea con lo spirito del seminario ed esplorare cinque sodalizi importanti per la carriera del compositore.

Oltre alla collaborazione con Sergio Leone, infatti, il grande artista ha spesso lavorato a più riprese con altri autori, italiani e internazionali, andando a creare un ricchissimo panorama di relazioni professionali e partiture indimenticabili. Ecco qui, in ordine cronologico a partire dal primo film fatto insieme, cinque sodalizi indimenticabili della carriera di Morricone!

Bernardo Bertolucci

A partire da Prima della rivoluzione (1964) fino a La tragedia di un uomo ridicolo (1981), la collaborazione fra il regista e il compositore dura quasi vent'anni e trova il suo apice in Novecento, kolossal in cui le musiche di Morricone si trovano accostate anche alle note di Giuseppe Verdi per dipingere al meglio l'affresco di un secolo di storia italiana.

Sergio Corbucci

C'è un altro Sergio nella carriera di Morricone ed è proprio Corbucci, con cui l'autore inizia a collaborare a partire dal 1966 per il film Navajo Joe. I due rimangono legati professionalmente per pochi anni ma lavorano a diversi titoli, tra cui spicca, senza ombra di dubbio, Il grande silenzio (1968), originale western che si muove in un territorio antitetico rispetto a quello abituale del genere (interessante notare la data di uscita: è lo stesso anno di C'era una volta il West): la comunità di confine sferzata da gelide tormente e la solitudine del luogo sono delineate perfettamente dalla malinconica partitura di Morricone.

Pier Paolo Pasolini

Nel 1966 prende piede anche un altro sodalizio destinato a durare nel tempo: Uccellacci e uccellini segna l'incontro tra Morricone e Pasolini, due artisti che continueranno il loro cammino insieme fino alla tragica scomparsa del regista, avvenuta nel 1975. Tra le varie colonne sonore scritte e curate dal compositore, come quelle per Teorema, Il Decameron o il documentario Appunti per un film sull'India, il brano che ancora oggi riecheggia nella memoria degli appassionati è la versione di Son tanto triste, riarrangiata da Morricone, che accompagna diversi momenti di Salò o le 120 giornate di Sodoma.

Giuseppe Tornatore

Tra gli altri collaboratori stabili di Morricone va sicuramente citato Giuseppe Tornatore: i due cominciano a lavorare insieme nel 1988 e, da allora, il regista non ha potuto più fare a meno del compositore per ogni suo progetto. Nessuna delle partiture più recenti, però, emoziona come la prima, quella di Nuovo Cinema Paradiso, che porta a Morricone anche il David di Donatello per la miglior colonna sonora.

Quentin Tarantino

Un sodalizio sui generis, un'ammirazione che si è trasformata in rapporto di lavoro e ha portato Morricone a vincere il suo unico Oscar (senza contare quello alla carriera): la collaborazione fra il compositore e Quentin Tarantino si è concretizzata solo con The Hateful Eight, memorabile western ambientato in mezzo al nulla e alla neve, ma il regista americano non ha mai nascosto il suo amore per le musiche dell'autore italiano e ha disseminato i suoi brani in molti dei suoi film, da Kill Bill a Bastardi senza gloria.

Francesca Sala

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