American Dharma
American Dharma
2018
Paesi
Usa, Gran Bretagna
Genere
Documentario
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
Errol Morris
Una delle personalità più controverse del nostro tempo, Steve Bannon, in un incandescente e rilassato dialogo-intervista con uno dei più grandi documentaristi americani viventi, Errol Morris. Pazzesco studio di un’icona della nuova ondata populista mondiale, nonché ideologo della campagna oscura, mediatica, pubblicitaria e non solo, che ha portato Donald Trump alla Casa Bianca nel novembre 2016, American Dharma non è solo uno dei film migliori di Morris, legato a Bannon da una vecchia conoscenza (erano compagni di scuola), ma anche un pezzo di cinema funambolico e incandescente, perfettamente e misuratamente in bilico tra avventatezza e profezia, tra spaccato storico e riflessione morale sui confini, le intenzioni, i lati oscuri e perfino demoniaci di un uomo e di un personaggio incredibile. I momenti di silenzio del film, in cui l’imbarazzo è palpabile, sono entusiasmanti non solo per il modo in cui Morris mette in quadro Bannon ma soprattutto per il suo sguardo imperturbabile e rilassato, appena appena mosso dai confidenziali strali del regista. A riprova della capacità fuori dal comune di reggere, cavalcare e infine ribaltare a suo favore qualsiasi macchina del fango, proprio come fatto nella geniale strategia che ha portato The Donald a diventare il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America a scapito di Hillary Clinton (da urlo lo scambio di battute che vede citati lei e il leader socialista americano Bernie Sanders). Bannon, da principe delle tenebre qual è, si inoltra nei meandri di tweet e scandali, battute e massime fulminanti: il documentario non arretra di fronte a nulla del suo piglio metodologico pettoruto e inconfondibile e ne viene fuori un’opera capitale sul rapporto tra media e politica, specialmente in seno all’ondata di populismo anti-establishment che ha sconvolto il mondo occidentale, mandando in frantumi la sinistra e aprendo la strada anche alla Brexit. La consapevolezza di Bannon è abissale, ma lo scenario apocalittico finale è ancor più da far tremare i polsi: Trump, dal quale è stato già licenziato, per lui era solo un rito di passaggio e il suo vero obiettivo rimane quello di esportare in Europa un modello di potere “dal basso” già sperimentato con successo. Bannon, come si scopre nel film, è anche un regista di propaganda di destra ossessionato dal cinema e in tal senso le intuizioni di Morris prestano il fianco a un vertiginoso spessore teorico, come nel sensazionale finale in cui il rapporto tra Bannon e l’ex star di The Apprentice viene spiegato ricorrendo al concetto di tradimento del Falstaff di Orson Welles. Presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2018.
Maximal Interjector
Browser non supportato.