Con il pretesto di voler conoscere più da vicino la vita di Stephen Hawking, uno tra i più importanti astrofisici della Storia, questo documentario approfitta dell'occasione per divulgare teorie scientifiche che riguardano l'origine dell'universo e le sue leggi. Dopo aver dato nuova vita a un caso di cronaca nera archiviato frettolosamente (La sottile linea blu del 1988), il documentarista Errol Morris si dedica qui a una materia meno spinosa e delicata, realizzando un film biografico dai connotati stilistici più canonici e meno personali. Rimanendo (parzialmente) fedele al suo stile cinematografico, che prevede moltissime interviste e testimonianze dirette, Morris permette allo spettatore di conoscere da vicino la vita dell'astrofisico Stephen Hawking grazie alle diverse dichiarazioni rilasciate da amici, colleghi e familiari. Dal Big Bang ai buchi neri è un film umile e sincero, probabilmente un po' troppo denso di concetti astronomici che spazientiranno gli spettatori poco portati per questa materia, ma capace di restituire il ritratto di uno dei più grandi scienziati del ventesimo secolo e, contemporaneamente, quello di un uomo tenace e caparbio nei confronti di una vita tutt'altro che amichevole nei suoi riguardi (Hawking infatti è costretto su una sedia a rotelle e all'uso di un computer per comunicare a causa di una paralisi quasi totale che lo ha colpito in giovane età). Se confrontato ad altri titoli più personali dello stesso autore (The Fog of War: La guerra secondo Robert McNamara del 2003 o Fast, Cheap & Out of Control del 1997), risulta sicuramente meno riuscito e più commerciale, come se il regista avesse qualche timore nel trattare a suo modo un uomo del calibro di Hawking, ma rimane comunque una visione piacevole e interessante, capace di incuriosire lo spettatore e appassionarlo a un argomento molto poco sdoganato.