
12 Soldiers
12 Strong
Durata
131
Formato
Regista
All'indomani degli attentati dell'11 settembre, 12 paramilitari della CIA e delle forze speciali statunitensi partono volontariamente per l'Afghanistan per una missione volta ad aiutare i ribelli autoctoni a conquistare la città di Mazar-i-Sharif e far cadere i talebani, il loro nemico comune.
Ha il grosso difetto di non sembrare mai abbastanza credibile questa storia ambientata subito dopo la strage dell’11 settembre, il tragico evento che ha segnato l’inizio del Terzo Millennio. La pellicola è l'adattamento cinematografico del libro Horse Soldiers del giornalista Doug Stanton, basato sulla vita dell'agente CIA e militare delle forze speciali Mark Nutsch, spedito in Afghanistan dopo il crollo delle Torri Gemelle, ma non si percepisce mai che dietro alle immagini ci sia una vicenda realmente accaduta. La sensazione è quella di trovarsi davanti uno spettacolo hollywoodiano ad alto budget (non a caso c’è Jerry Bruckheimer tra i produttori) teso solo a fare soldi con una messinscena fortemente retorica e messaggi di basso populismo. È un film fuori tempo massimo non tanto perché sono passati 17 anni dagli avvenimenti, quanto perché ricorda troppi altri lungometraggi ambientati in Medio Oriente e realizzati negli anni precedenti all’uscita di questo prodotto. Anche la chiusura trionfalistica è ben poco raffinata e facilmente dimenticabile, come d’altronde l’intera operazione.
Ha il grosso difetto di non sembrare mai abbastanza credibile questa storia ambientata subito dopo la strage dell’11 settembre, il tragico evento che ha segnato l’inizio del Terzo Millennio. La pellicola è l'adattamento cinematografico del libro Horse Soldiers del giornalista Doug Stanton, basato sulla vita dell'agente CIA e militare delle forze speciali Mark Nutsch, spedito in Afghanistan dopo il crollo delle Torri Gemelle, ma non si percepisce mai che dietro alle immagini ci sia una vicenda realmente accaduta. La sensazione è quella di trovarsi davanti uno spettacolo hollywoodiano ad alto budget (non a caso c’è Jerry Bruckheimer tra i produttori) teso solo a fare soldi con una messinscena fortemente retorica e messaggi di basso populismo. È un film fuori tempo massimo non tanto perché sono passati 17 anni dagli avvenimenti, quanto perché ricorda troppi altri lungometraggi ambientati in Medio Oriente e realizzati negli anni precedenti all’uscita di questo prodotto. Anche la chiusura trionfalistica è ben poco raffinata e facilmente dimenticabile, come d’altronde l’intera operazione.