Africa, Seconda guerra mondiale. Alcuni soldati inglesi, tra cui il violento Joe Roberts (Sean Connery), sono rinchiusi in un campo di disciplina: dovranno affrontare la crudeltà dello spietato sergente Williams (Ian Hendry).

Da una sceneggiatura di Ray Rigby (cui andò il premio al Festival di Cannes del 1965), La collina del disonore è il film grazie al quale Sean Connery, dopo un esordio puramente commerciale, inizia a dimostrare le sue raffinate doti interpretative. Si tratta di un potente atto d'accusa nei confronti del militarismo, raccontato con la stessa durezza tratteggiata nel sergente, che non arretra mai di fronte a nulla. Munito di affilatissimo spunto polemico e di uno stile asciutto e funzionale, Sidney Lumet porta la storia e il destino dei suoi personaggi sino alle estreme conseguenze, rivelando la natura inarrestabile e circolare della violenza e della sopraffazione. Un'opera sentita e coraggiosa, che raggiunge nel finale inquietanti toni di disperazione (cui contribuisce la notevole fotografia di Oswald Morris). L'assenza di commento musicale priva lo spettatore di qualsiasi consolazione emotiva, lasciandolo in balia di sentimenti contrastanti.
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