Vampiri amanti
The Vampire Lovers
Durata
88
Formato
Regista
Fine Ottocento. La giovane Marcilla (Ingrid Pitt) viene lasciata dalla madre (partita per un viaggio) a casa di un generale (Peter Cushing) la cui figlia (Dawn Addams) intreccia con lei una morbosa relazione. Quest'ultima, però, si ammala e muore. La stessa situazione sembra ripetersi qualche tempo dopo, con un'altra ragazza venuta a contatto con la misteriosa Marcilla, che ora si fa chiamare Carmilla.
Tratto dal racconto breve Carmilla di Joseph Sheridan le Fanu, è il primo capitolo della cosiddetta “trilogia dei Karnstein” (a cui seguiranno Mircalla, l'amante immortale del 1971 e Le figlie di Dracula del 1972), prodotta dalla Hammer nel tentativo di seguire nuove strade in un grave momento di crisi. Lesbismo e vampirismo si uniscono, in un horror dalla forte componente erotica che punta sull'avvenenza delle sue attrice e sulla professionalità del regista Roy Ward Baker. I limiti sono evidenti, fin dall'idea di base, ma Baker dirige senza troppe pecche e, quantomeno, si sente il tentativo di provare a realizzare qualcosa di diverso dal solito. Interessante la figura del generale interpretato da Cushing, mentre gli altri personaggi sono scritti con pressapochismo e rimangono vittima di alcuni cliché di troppo.
Tratto dal racconto breve Carmilla di Joseph Sheridan le Fanu, è il primo capitolo della cosiddetta “trilogia dei Karnstein” (a cui seguiranno Mircalla, l'amante immortale del 1971 e Le figlie di Dracula del 1972), prodotta dalla Hammer nel tentativo di seguire nuove strade in un grave momento di crisi. Lesbismo e vampirismo si uniscono, in un horror dalla forte componente erotica che punta sull'avvenenza delle sue attrice e sulla professionalità del regista Roy Ward Baker. I limiti sono evidenti, fin dall'idea di base, ma Baker dirige senza troppe pecche e, quantomeno, si sente il tentativo di provare a realizzare qualcosa di diverso dal solito. Interessante la figura del generale interpretato da Cushing, mentre gli altri personaggi sono scritti con pressapochismo e rimangono vittima di alcuni cliché di troppo.