Ad ovest di Paperino
Durata
102
Formato
Regista
Marta (Athina Cenci), pittrice, si diverte a molestare i vicini di casa e a fantasticare sui piccioni; Sandro (Alessandro Benvenuti) è un bulletto caustico e arrogante; Francesco (Francesco Nuti) cerca lavoro. Si incontrano, si scontrano, diventano amici: passeranno insieme una giornata a dir poco bizzarra.
Esordio cinematografico per il trio comico toscano dei Giancattivi (Alessandro Benvenuti, Athina Cenci, Francesco Nuti), assunti agli onori delle cronache grazie a una carriera prima radiofonica e poi televisiva. Scritto dallo stesso Benvenuti, il film è una sorta di favola surreale venata di umorismo caustico e crudele, che denuncia l'alienazione della vita di provincia (tema che tornerà anche in Madonna che silenzio c'è stasera di Maurizio Ponzi del 1982, non a caso con protagonista Nuti) e l'inadeguatezza di un'esistenza ripetitiva e castrante. La fantasia come compensazione dello squallido reale: spunto interessante e poetico, coronato da un umorismo ai limiti del nonsense, ma la realizzazione si rivela poco incisiva, denotando scarsa coesione e debolezza strutturale. In ogni caso, un esperimento anomalo e coraggioso nel panorama cinematografico nazionale, destinato a non avere un seguito a causa delle incomprensioni interne al gruppo (culminate con l'abbandono di Nuti, deciso a proseguire come solista). Paolo Hendel è Veleno, Renato Scarpa è don Vincenzo. Nastro d'argento a Benvenuti come miglior regista esordiente.
Esordio cinematografico per il trio comico toscano dei Giancattivi (Alessandro Benvenuti, Athina Cenci, Francesco Nuti), assunti agli onori delle cronache grazie a una carriera prima radiofonica e poi televisiva. Scritto dallo stesso Benvenuti, il film è una sorta di favola surreale venata di umorismo caustico e crudele, che denuncia l'alienazione della vita di provincia (tema che tornerà anche in Madonna che silenzio c'è stasera di Maurizio Ponzi del 1982, non a caso con protagonista Nuti) e l'inadeguatezza di un'esistenza ripetitiva e castrante. La fantasia come compensazione dello squallido reale: spunto interessante e poetico, coronato da un umorismo ai limiti del nonsense, ma la realizzazione si rivela poco incisiva, denotando scarsa coesione e debolezza strutturale. In ogni caso, un esperimento anomalo e coraggioso nel panorama cinematografico nazionale, destinato a non avere un seguito a causa delle incomprensioni interne al gruppo (culminate con l'abbandono di Nuti, deciso a proseguire come solista). Paolo Hendel è Veleno, Renato Scarpa è don Vincenzo. Nastro d'argento a Benvenuti come miglior regista esordiente.