L'Agnese va a morire
Durata
135
Formato
Regista
Comacchio, Seconda guerra mondiale. La lavandaia Agnese (Ingrid Thulin) assiste impotente alla deportazione del marito (Massimo Girotti). Mossa dalla rabbia, si arruolerà nella Resistenza, sostenendo i partigiani nella lotta sempre più violenta contro i tedeschi.
Tratto dall'omonimo romanzo di Renata Viganò, partigiana e narratrice della Resistenza, L'Agnese va a morire è l'ennesima testimonianza dell'interesse, da parte di Giuliano Montaldo (anche sceneggiatore con Nicola Badalucco), nel raccontare traumi e contraddizioni del conflitto bellico. Il taglio denota originalità, impresa ardua nel folto panorama di film sull'argomento: dopo aver rappresentato un giovane confuso arruolato nella milizia fascista di Salò nel suo esordio Tiro al piccione (1961), il regista sceglie di raccontare i partigiani attraverso il viso “straniero“, scandinavo e bellissimo di Ingrid Thulin. Soluzione che, aggiunta al set naturale delle valli di Comacchio e alle musiche struggenti di Ennio Morricone, rende la pellicola tematicamente interessante ed esteticamente suggestiva. Peccato per il ritmo catatonico e per gli eccessi melodrammatici, che incidono notevolmente sul risultato finale. Nel cast anche un giovane Rosalino Cellamare (in arte Ron) nel ruolo di Zero; Michele Placido è Tom, Eleonora Giorgi è Vandina.
Tratto dall'omonimo romanzo di Renata Viganò, partigiana e narratrice della Resistenza, L'Agnese va a morire è l'ennesima testimonianza dell'interesse, da parte di Giuliano Montaldo (anche sceneggiatore con Nicola Badalucco), nel raccontare traumi e contraddizioni del conflitto bellico. Il taglio denota originalità, impresa ardua nel folto panorama di film sull'argomento: dopo aver rappresentato un giovane confuso arruolato nella milizia fascista di Salò nel suo esordio Tiro al piccione (1961), il regista sceglie di raccontare i partigiani attraverso il viso “straniero“, scandinavo e bellissimo di Ingrid Thulin. Soluzione che, aggiunta al set naturale delle valli di Comacchio e alle musiche struggenti di Ennio Morricone, rende la pellicola tematicamente interessante ed esteticamente suggestiva. Peccato per il ritmo catatonico e per gli eccessi melodrammatici, che incidono notevolmente sul risultato finale. Nel cast anche un giovane Rosalino Cellamare (in arte Ron) nel ruolo di Zero; Michele Placido è Tom, Eleonora Giorgi è Vandina.