All the Invisible Children
All the Invisible Children
Durata
129
Formato
Sette episodi. In Tanza (diretto da Mehdi Charef) un bambino africano è costretto a combattere come un soldato e viene incaricato di distruggere una scuola; in Blue Gipsy (Emir Kusturica) un ragazzino esce dal riformatorio ma, spinto dal padre violento a rubare, preferirà ritornare in istituto; in Jesus Children of America (Spike Lee) Blanca, figlia di genitori sieropositivi, teme di avere a sua volta l'Aids, venendo messa al bando come un'appestata dalle feroci compagne di classe; in Bilù e Joao (Kátia Lund) due ragazzi aiutano la loro famiglia raccogliendo spazzatura, in Jonathan (Ridley Scott e sua figlia Jordan) un fotografo di guerra immagina di tornare ragazzo per sfuggire ai traumi bellici che porta con sè; in Ciro (Stefano Veneruso) due ragazzi napoletani rubano un Rolex a un automobilista e entrano in contatto con la malavita locale; in Song Song e Little Cat (John Woo) due bambine di ceto opposto vedono i loro destini uniti da una bambola.
Ideato e prodotto da Chiara Tilesi, Stefano Veneruso e Maria Grazia Cucinotta, il film (il cui ricavato è stato devoluto ad un fondo gestito dall'UNICEF) racconta la vita quotidiana dei bambini invisibili di tutto il mondo, raccogliendo storie di sofferenza, maltrattamenti e disagi. Ma al di là delle più lodevoli intenzioni, il risultato filmico è a dir poco disastroso. Gli otto registi chiamati in causa contribuiscono con cortometraggi di sorprendente didascalismo, banali nelle loro metafore e nella ricerca forzata di poesia e sentimentalismo lacrimevole a buon mercato. Manca un respiro cinematografico, tanto che si ha l'impressione di assistere a sette pubblicità progresso, didatticamente encomiabili ma artisticamente nulle. Sovrabbondanza di luoghi comuni, patetismi telefonati e retorica a fiumi. Pessimi gli episodi di Kusturica (quasi un'autoparodia) e Woo (insopportabilmente ricattatorio), interessanti ma mal sviluppati quelli dei due Scott, di Veneruso e Lund, parzialmente riuscito quello di Lee, insignificante quello di Charef.