Il cinico e meschino Martin (Hugh Grant) è il presentatore del talent show più seguito della televisione americana, ora proiettato in tutto il mondo. Tra i partecipanti, quest'anno, oltre alla finta ragazza della porta accanto Sally (Mandy Moore) con tanto di fidanzato eroico, William (Chris Klein), c'è anche l'emigrato iracheno Omer (Sam Golzari), segretamente coinvolto in un piano terroristico.

Una pellicola che denuncia il potere dilagante della TV, ponendo l'attenzione sulle capacità del mezzo di plasmare un grande pubblico sempre più passivo. La regia di Peter Weitz conduce abbastanza bene i giochi, supportando a dovere un cast indovinato e dimostrando di non aver paura di criticare il governo americano, simboleggiato da un Presidente inetto e rappresentato come un semplice burattino nelle mani dei propri consiglieri. Il risultato, però è interessante solo a tratti: si alternano alcuni spunti ben riusciti ad altri momenti superficiali e poco pregnanti. Molto più accomodante di quanto possa sembrare, il film rimane così una satira all'acqua di rose del programma a stelle e strisce American Idole dell'amministrazione di George W. Bush.
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