Anemone
Anemone
Durata
121
Formato
Regista
Nord dell’Inghilterra. Jem (Sean Bean), un uomo di mezza età, vive con la compagna Nessa (Samantha Morton) e con il figlio adolescente di lei, Brian (Samuel Bottomley). Il ragazzo è piuttosto turbato e irrequieto, al punto da essere arrivato quasi a picchiare ferocemente un suo coetaneo. A questo punto, Jem sentendosi sopraffatto dagli eventi, prende una decisione importante per se stesso. Con una parola d’ordine, delle coordinate geografiche e una moto come unica compagnia, parte alla ricerca di suo fratello Ray (Daniel Day-Lewis), un eremita che ha scelto di allontanarsi dalla famiglia e dalla società anni prima.
Opera prima di Ronan Day-Lewis, figlio del celeberrimo Daniel, tornato finalmente sul grande schermo a otto anni di distanza dalla memorabile performance ne Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson. Si sente facilmente, però, che Daniel Day-Lewis non ha fatto semplicemente un favore a suo figlio, ma ha partecipato a un progetto in cui crede moltissimo, vicino a tante pellicole che ha interpretato in passato (Nel nome del padre, per varie ragioni, su tutti). Ronan e Daniel Day-Lewis firmano insieme la sceneggiatura di una pellicola che parla di complessi legami familiari tra padri, figli e fratelli, mettendo a fuoco i conflitti generazionali e le ferite del passato. Ronan Day-Lewis è anche un pittore e si sente enormemente l’attenzione estetica data alle sue inquadrature: colpiscono i movimenti della cinepresa, i giochi di luce, la posizione dei personaggi in un ambiente selvaggio. Se l’apparato audiovisivo funziona, purtroppo non è lo stesso per un copione che si sgonfia troppo nella seconda parte e che si muove comunque, già in partenza, su basi troppo fragili per reggere la durata di un lungometraggio. È un film di sensazioni Anemone, e potrebbe anche andar bene così fino a un certo punto, ma essendo anche un prodotto sui traumi, sulla politica e su temi importantissimi, avrebbe dovuto dare maggiore spessore anche a questo tipo di contenuti. Gigantesca, ma non c’è bisogno di dirlo, performance di Daniel Day-Lewis che offre come d’abitudine tutto se stesso a un personaggio non semplice da interpretare.