Dieci registi interpretano a modo loro dieci brani di musica classica: da Verdi a Puccini, passando per Wagner.

Non c'è una vera unità d'intenti nel film Aria, ed è un peccato. Singolarmente (alcuni de) gli episodi funzionano bene, ma il disegno complessivo appare un po' slegato e privo di una linea da seguire. Per la maggior parte privi di dialoghi, i cortometraggi alternano esiti notevoli ad altri decisamente imbarazzanti. Il più visionario e, volendo, migliore è quello firmato da Robert Altman, in cui viene mostrata una platea teatrale che attende, impazientemente, l'inizio di una rappresentazione. Segnalazioni positive anche per Jean-Luc Godard, coerente con le provocazioni che si annidano in tutti i suoi lungometraggi degli anni Ottanta, e per Nicolas Roeg, maestoso con l'accompagnamento di Verdi. Per il resto, niente di particolarmente interessante da menzionare. Tra gli altri, delude fortemente Ken Russell, che non sfrutta adeguatamente l'aria Nessun dorma della Turandot di Puccini.
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