
Baby Killer
It's Alive
Durata
91
Formato
Regista
La famiglia Davis è in attesa del secondogenito, ma il parto rivela una sgradita sorpresa: il neonato è deforme e aggressivo. La madre Lenore (Sharon Farrell) tenta di proteggerlo, mentre il padre Frank (John P. Ryan) si aggrega alla caccia al mostro: comprenderà presto di doversi arrendere all'affetto nei confronti del figlioletto.
Sorprendente horror dalle velleità sociologiche scritto e diretto da Larry Cohen, il quale denuncia, con i mezzi a lui consueti, l'abuso di farmaci (si pensi al tristemente celebre Talidomide) ai danni di donne incinte negli anni Cinquanta e Sessanta, che provocò un'ondata di mutazioni genetiche sui neonati. La sceneggiatura procede in maniera ellittica e contemplativa, concentrandosi sulle caratterizzazioni dei personaggi e in particolar modo del protagonista maschile, un padre in bilico tra rabbia, disperazione e amore incondizionato: sviluppo coerente e più di un brivido (realmente raccapricciante, e al tempo straziante, il piccolo Davis, la cui apparizione è funzionalmente ritardata per generare una disturbante e disagevole attesa), anche se la narrazione non certo brillante e una conclusione lievemente al di sotto delle aspettative minano in parte il risultato finale. In ogni caso, un prodotto di genere efficace e riuscito. Colonna sonora di Bernard Herrmann, make up di Rick Baker. Cohen vinse il Premio speciale della giuria al Festival di Avoriaz.
Sorprendente horror dalle velleità sociologiche scritto e diretto da Larry Cohen, il quale denuncia, con i mezzi a lui consueti, l'abuso di farmaci (si pensi al tristemente celebre Talidomide) ai danni di donne incinte negli anni Cinquanta e Sessanta, che provocò un'ondata di mutazioni genetiche sui neonati. La sceneggiatura procede in maniera ellittica e contemplativa, concentrandosi sulle caratterizzazioni dei personaggi e in particolar modo del protagonista maschile, un padre in bilico tra rabbia, disperazione e amore incondizionato: sviluppo coerente e più di un brivido (realmente raccapricciante, e al tempo straziante, il piccolo Davis, la cui apparizione è funzionalmente ritardata per generare una disturbante e disagevole attesa), anche se la narrazione non certo brillante e una conclusione lievemente al di sotto delle aspettative minano in parte il risultato finale. In ogni caso, un prodotto di genere efficace e riuscito. Colonna sonora di Bernard Herrmann, make up di Rick Baker. Cohen vinse il Premio speciale della giuria al Festival di Avoriaz.