Buffalo '66

Il tenero e squilibrato Billy (Vincent Gallo), tornato in libertà dopo cinque anni di prigione, rapisce la stralunata Layla (Christina Ricci) nel goffo tentativo di farla passare per sua moglie agli occhi dei genitori Jimmy (Ben Gazzara) e Jan (Anjelica Huston), i quali non sanno del suo passato criminoso. Tra i due si instaurerà un eccentrico quanto romantico rapporto.

Lungometraggio d'esordio del poliedrico Vincent Gallo (regista, attore, sceneggiatore, montatore, direttore della fotografia, pittore e musicista statunitense capace di ritagliarsi un posto d'onore all'interno del panorama cinematografico indie a stelle e strisce) che ha scritto (insieme a Alison Bagnall), diretto, interpretato e musicato una pellicola parzialmente autobiografica di spiccata personalità in grado di imporsi come un suggestivo ritratto della provincia americana (la natìa Buffalo) e una spiazzante e non convenzionale love story. Attraverso un multiforme registro visivo che alterna studiatissimi movimenti di macchina a soluzioni di improvvisazione pura, Gallo ribalta i topoi narrativi della storia d'amore, della coppia in fuga e della dramedy per creare un bizzarro mix sulla forza dei sentimenti che nasce dall'incontro di due esistenze accomunate da una malinconica incapacità di rapportarsi alla vita. Oltre alla straordinaria coppia protagonista, in cui spicca l'eccentrica Layla interpretata da Christina Ricci, hanno grande rilevanza, per completare il ritratto di un'umanità marginale, il padre pervertito (Ben Gazzara) e la madre ossessionata dal football (Anjelica Huston). Il pre-finale noir, con l'onirico regolamento di conti nel sex club, è una sequenza di grande cinema. Ogni ombra di misoginia è spazzata via da una conclusione di rara bellezza. Un'opera viscerale che, pur rimirandosi allo specchio, rimane profondamente autentica. Fotografia di Lance Acord. Presentato al Sundance Film Festival.