Il buono, il matto, il cattivo
Joheunnom nabbeunnom isanghannom
Durata
136
Formato
Regista
Nella Manciura degli anni '30, un cacciatore di taglie coreano (Jung Woo-sung), mandato dalla resistenza antigiapponese, viene inviato alla ricerca della mappa del tesoro sepolto della dinastia Xing, ora in possesso del criminale Manchuria Kid (Byung-hun Lee). Si aggiunge all'avventura Yoon Tae-goo (Song Kang-ho), ladruncolo da poco, che ruba la mappa, scappa e agisce per conto suo, inseguito dagli altri due.
Palesemente ispirato sin dal titolo a Il buono, il brutto, il cattivo (1966), film cult di Sergio Leone, il quinto lungometraggio di Kim Jee-woon è un delirio cinematografico che mischia l'azione energica di un blockbuster wuxia con l'estetica più classica del western (oltre a Leone, ci sono rimandi a John Ford e Sam Peckinpah), curando le inquadrature con un tocco occidentalizzato. Peccato che il regista si fossilizzi sull'imitare in maniera programmatica i leitmotiv stilistici dei suoi modelli, dimenticando che i canoni revisionisti si possono superare e rinnovare, non solo mischiando i generi. Un intrattenimento che, nonostante qualche passaggio divertente, rischia di risultare stucchevole e, alla fine, un po' inutile.
Palesemente ispirato sin dal titolo a Il buono, il brutto, il cattivo (1966), film cult di Sergio Leone, il quinto lungometraggio di Kim Jee-woon è un delirio cinematografico che mischia l'azione energica di un blockbuster wuxia con l'estetica più classica del western (oltre a Leone, ci sono rimandi a John Ford e Sam Peckinpah), curando le inquadrature con un tocco occidentalizzato. Peccato che il regista si fossilizzi sull'imitare in maniera programmatica i leitmotiv stilistici dei suoi modelli, dimenticando che i canoni revisionisti si possono superare e rinnovare, non solo mischiando i generi. Un intrattenimento che, nonostante qualche passaggio divertente, rischia di risultare stucchevole e, alla fine, un po' inutile.