
Il caso Thomas Crawford
Fracture
Durata
113
Formato
Regista
Colto in flagrante sulla scena di un delitto, il rinomato Thomas Crawford (Anthony Hopkins) confessa l'assassinio della giovane e avvenente consorte Jennifer (Embeth Davidtz), rea di averlo tradito con il tenente Rob Nunally (Billy Burke). A essere coinvolto nel caso, il procuratore distrettuale Willy Beachum (Ryan Gosling), ma la situazione si rivelerà ben più intricata del previsto.
Giallo-thriller a sfondo processuale diretto da Gregory Hoblit, che torna alle atmosfere torbide del suo esordio (Schegge di paura, 1996) tentando di costruire un climax tensivo inerente alla claustrofobia di spazi e situazioni. Un film costruito ad hoc sulla verve dei due attori protagonisti: Anthony Hopkins si adagia placidamente su un personaggio ormai standard per le sue corde e gigioneggia senza posa, Ryan Gosling tenta di tenere il passo, con esiti altalenanti. Il risultato è convenzionale, noiosetto (nonostante i continui colpi di scena snocciolati dalla sceneggiatura, firmata a quattro mani da Daniel Pyne e Glenn Gers) e stilisticamente piuttosto piatto, anche se è innegabile una certa fascinazione che scaturisce dai duetti tra il diabolico Crawford e il (solo apparentemente) spaesato Beachum. Musiche di Jeff e Mychael Danna, fotografia di Kramer Morgenthau.
Giallo-thriller a sfondo processuale diretto da Gregory Hoblit, che torna alle atmosfere torbide del suo esordio (Schegge di paura, 1996) tentando di costruire un climax tensivo inerente alla claustrofobia di spazi e situazioni. Un film costruito ad hoc sulla verve dei due attori protagonisti: Anthony Hopkins si adagia placidamente su un personaggio ormai standard per le sue corde e gigioneggia senza posa, Ryan Gosling tenta di tenere il passo, con esiti altalenanti. Il risultato è convenzionale, noiosetto (nonostante i continui colpi di scena snocciolati dalla sceneggiatura, firmata a quattro mani da Daniel Pyne e Glenn Gers) e stilisticamente piuttosto piatto, anche se è innegabile una certa fascinazione che scaturisce dai duetti tra il diabolico Crawford e il (solo apparentemente) spaesato Beachum. Musiche di Jeff e Mychael Danna, fotografia di Kramer Morgenthau.