Midareru

Reiko (Hideko Takamine) ha preso la gestione di un piccolo negozio di alimentari dopo la morte del marito. Il resto della famiglia vorrebbe costruire un supermercato e prendere il controllo della situazione. L’unico che lotta per lei è il giovane cognato Koji (YĹ«zĹ Kayama).

Melodramma la cui inconsueta (per il cinema giapponese del periodo) ambientazione in un piccolo emporio alle prese con la concorrenza spietata di un grande supermercato permette di riflettere sia sul ruolo della donna nel mondo del lavoro, sia sull’evoluzione economica del Giappone post Seconda Guerra Mondiale, descrivendo uno spaccato di vita realistico e fortemente rivolto verso la modernità. Ma, ovviamente, è il lato emotivo a interessare principalmente Naruse, che tratteggia i suoi protagonisti e i loro sentimenti contrastati con meticolosità e cura. Un bianco e nero di grande eleganza e una sceneggiatura chirurgica collaborano a far emergere proprio quella confusione e quel turbamento che vengono evocati dal titolo originale. La protagonista, fedele al marito nonostante la lunga vedovanza, viene invitata a risposarsi e, in definitiva, a lasciare quindi il negozio che aveva ricostruito con le sue mani dopo un bombardamento, per far sì che si possa erigere al suo posto un supermercato. Viene continuamente bersagliata da dubbi, da persone che le vorrebbero far credere di star sprecando la sua vita per devozione a un uomo morto, ma lei mantiene stoicamente le sue posizioni, pur volendo evitare di diventare un ostacolo per la famiglia acquisita, che vuole arricchirsi grazie all’ingresso del Giappone nel mondo capitalista. A questo si aggiungono le attenzioni del cognato, altro cuore fragile che fatica a trovare un posto nella società. Entrambi i protagonisti regalano un’ottima interpretazione, e la straordinaria prova di Hideko Takamine le valse il premio alla miglior attrice a Locarno. In una piccola parte, anche Mie Hama, futura bondgirl in Agente 007 - Si vive solo due volte.