Il castello maledetto
The Old Dark House
Durata
72
Formato
Regista
In una notte buia e tempestosa, Roger (Melvyn Douglas), Philip (Raymond Massey) e la sua bella moglie Margaret (Gloria Stuart) sono costretti a chiedere ospitalità presso una tetra dimora abitata dagli inquietanti fratelli Horace (Ernest Thesiger) e Rebecca Femm (Eva Moore). Oltre alla strana coppia, in casa si trovano il muto e tenebroso servitore Morgan (Boris Karloff) e il padre ultracentenario dei due, Sir Roderick Femm (Elspeth Dudgeon): sarà una notte movimentata.
Dalla mano ferma e sapiente di James Whale nasce un horror dalle venature di black comedy, che vede Karloff, un anno dopo il mostruoso (è il caso di dirlo) successo di Frankenstein (1931) ancora nei panni di un bruto che grugnisce. Anche se Il castello maledetto non si avvicina né al risultato artistico né al favore di pubblico della pellicola precedente, si tratta comunque di un prodotto ben confezionato e dagli spunti contenutistici quasi pioneristici (il profondo dibattito filosofico tra la bigotta Rebecca e l'ateo Horace), in cui l'elemento soprannaturale viene abbandonato a favore di un climax di marcescenza domestica che diventa sempre più opprimente con il passare dei minuti. I segreti dei Femm non sono che lo spunto per portare alla luce il conflitto tra le varie personalità presenti, spesso stemperato da qualche arguta battuta grottesca. Dal punto di vista formale, un manuale del genere gotico con tutti gli elementi immancabili del genere: tempesta che blocca la corsa in macchina, magione isolata, candele, specchi e scheletri in soffitta.
Dalla mano ferma e sapiente di James Whale nasce un horror dalle venature di black comedy, che vede Karloff, un anno dopo il mostruoso (è il caso di dirlo) successo di Frankenstein (1931) ancora nei panni di un bruto che grugnisce. Anche se Il castello maledetto non si avvicina né al risultato artistico né al favore di pubblico della pellicola precedente, si tratta comunque di un prodotto ben confezionato e dagli spunti contenutistici quasi pioneristici (il profondo dibattito filosofico tra la bigotta Rebecca e l'ateo Horace), in cui l'elemento soprannaturale viene abbandonato a favore di un climax di marcescenza domestica che diventa sempre più opprimente con il passare dei minuti. I segreti dei Femm non sono che lo spunto per portare alla luce il conflitto tra le varie personalità presenti, spesso stemperato da qualche arguta battuta grottesca. Dal punto di vista formale, un manuale del genere gotico con tutti gli elementi immancabili del genere: tempesta che blocca la corsa in macchina, magione isolata, candele, specchi e scheletri in soffitta.