La moglie di Frankenstein

Bride of Frankenstein

Anno

Paese

Usa

Generi

Durata

75

Formato

Regista

Il dottor Frankenstein (Colin Clive) abbandona i suoi folli esperimenti, ma presto viene contattato dal suo mentore Pretorius (Ernest Thesiger) che lo riporta sulla cattiva strada: la creatura (Boris Karloff) infatti è viva e Pretorius ha deciso di donargli una compagna (Elsa Lanchester). Per convincere Frankenstein a collaborare, gli farà rapire la moglie (Valerie Hobson).

Secondo, riuscitissimo, capitolo della saga tratta dal romanzo di Shelley, La moglie di Frankenstein, oltre a riproporre la sventurata creatura ancora interpretata da Karloff, introduce una nuova serie di elementi che diverranno cruciali per il genere horror e le sue parodie, a partire dalla bizzarra acconciatura bicolore di Elsa Lanchester. Se molte delle sequenze più riuscite riecheggiano quelle di Frankenstein del 1931 (il laboratorio, la creazione), qui il fulcro dell'azione si concentra sulla creatura più che sul suo creatore: vero protagonista è infatti il mostro, che amplifica i suoi tratti umani già accennati nel film precedente, imparando addirittura a parlare e a esprimersi. Ed è questa umanizzazione a rendere la sua disgraziata figura ancora più toccante e commovente, mentre la riflessione contro la discriminazione del diverso si fa più esplicita: la creatura simpatizza, infatti, con un eremita cieco (O.P. Heggie), l'unico a non curarsi delle sue apparenze e a trattarlo come un amico. Assetato di affetto, il mostro si lascerà andare in un finale profondamente dolente, impossibile da guardare a occhi asciutti. Ancora una volta l'accoppiata Whale-Karloff si dimostra capace di un'impresa impossibile come quella di animare la materia inanimata e di regalare poesia ai grugniti di una creatura infelice, sullo sfondo di ambientazioni fotografate in un raffinato bianco e nero. Elsa Lanchester, nel prologo, interpreta anche Mary Shelley che narra una possibile continuazione della sua celebre storia. La moglie di Frankenstein, come il precedente, ispirò numerose citazioni, tra cui molte delle sequenze più esilaranti della geniale parodia di Mel Brooks Frankenstein Junior (1974).
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