
L'uomo invisibile
The Invisible Man
Durata
71
Formato
Regista
In una locanda del Sussex compare un misterioso ospite dal volto bendato (Claude Rains): si scoprirà essere lo scienziato Jack Griffin, vittima dei propri esperimenti sull'invisibilità.
Tratto dall'omonimo romanzo di H.G. Wells, L'uomo invisibile è uno dei titoli più atipici tra gli horror della Universal anni Trenta: il suo protagonista, più Frankenstein che Dracula, è in fondo un uomo comune dalle smisurate ambizioni, reso invisibile e crudele dal proprio esperimento malriuscito. Gli eccezionali effetti speciali (Rains o lo stuntman che spesso lo sostituiva indossavano una tuta nera che veniva “cancellata” con la tecnica del matte painting), avanguardistici per l'epoca, non sono l'unica cosa a colpire: l'eleganza formale e il rigore con cui le azioni vengono costruite sono tipiche del cinema attento e raffinato di James Whale. Il protagonista, che svela il proprio volto solo nel tragico finale, è bravissimo a dare corpo (è il caso di dirlo) alle nevrosi e alle ossessioni del suo personaggio solo utilizzando le sfumature vocali mentre il ritmo si mantiene costantemente serrato. Con numerosi epigoni e seguiti (tra cui anche un'avventura con Gianni e Pinotto) che non raggiunsero mai il livello dell'originale. La fidanzata di Griffin è Gloria Stuart, candidata all'Oscar per il suo ruolo di Rose (anziana) in Titanic (1997) di James Cameron. Makeup di Jack Pierce, il creatore del mostro di Frankenstein (1931).
Tratto dall'omonimo romanzo di H.G. Wells, L'uomo invisibile è uno dei titoli più atipici tra gli horror della Universal anni Trenta: il suo protagonista, più Frankenstein che Dracula, è in fondo un uomo comune dalle smisurate ambizioni, reso invisibile e crudele dal proprio esperimento malriuscito. Gli eccezionali effetti speciali (Rains o lo stuntman che spesso lo sostituiva indossavano una tuta nera che veniva “cancellata” con la tecnica del matte painting), avanguardistici per l'epoca, non sono l'unica cosa a colpire: l'eleganza formale e il rigore con cui le azioni vengono costruite sono tipiche del cinema attento e raffinato di James Whale. Il protagonista, che svela il proprio volto solo nel tragico finale, è bravissimo a dare corpo (è il caso di dirlo) alle nevrosi e alle ossessioni del suo personaggio solo utilizzando le sfumature vocali mentre il ritmo si mantiene costantemente serrato. Con numerosi epigoni e seguiti (tra cui anche un'avventura con Gianni e Pinotto) che non raggiunsero mai il livello dell'originale. La fidanzata di Griffin è Gloria Stuart, candidata all'Oscar per il suo ruolo di Rose (anziana) in Titanic (1997) di James Cameron. Makeup di Jack Pierce, il creatore del mostro di Frankenstein (1931).