Il procuratore generale Ferguson (Humphrey Bogart) è sulle tracce di una banda di assassini. La sua testimone chiave viene uccisa, ma un'altra ragazza potrebbe fare al caso suo.

Come regista de La città è salva viene accreditato unicamente il misconosciuto Bretaigne Windust, ma in realtà buona parte della lavorazione è stata opera di Raoul Walsh (Una pallottola per Roy del 1941; La furia umana del 1949), chiamato in corsa a sostituire l'inesperto collega. Impossibilitato a rientrare nei credits per questioni contrattuali, Walsh ha comunque dato vita a uno dei noir più intensi della “sua” intera filmografia. Teso, avvincente, dinamico e fin scatenato, La città è salva è un bignami del genere per quanto riguarda le scelte visive, i personaggi e le svolte narrative. Lo stile secco del regista ben si adatta alla sceneggiatura di Martin Rackin e all'intensa prova di Humphrey Bogart, qui alla sua ultima collaborazione con la Warner Bros. A causa delle vicissitudini registiche, è un film molto sottovalutato che andrebbe oggi riscoperto e considerato per quello che è: uno dei crime-movie più efficaci della prima metà degli anni Cinquanta.
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