Il lottatore e il clown
Borets i kloun
Durata
95
Formato
Regista
Nella Odessa dell'Ottocento, Ivan Maksimovic Poddukin (Stanislav Cekan), insieme al pagliaccio Durov (Aleksandr Michajlov), fa il suo ingresso nel circo dell'italiano Giuseppe Truzzi (Boris Petker). La fama non tarderà ad arrivare, ma subentreranno anche alcune dolorose vicende familiari.
Uomo dalla biografia multiforme, soldato e pugile, cineasta e stretto collaboratore di alcuni dei più importanti punti di riferimento della settima arte sovietica, Barnet è stato autore di un cinema cangiante e originale, capace di giocarsi le proprie carte anche sul territorio scivoloso e accidentato della commedia con grande intelligenza. Il film ritrae le vicende di due celebri artisti dell'intrattenimento per le grandi masse, non rinunciando a sottolineare il legame profondo e misterioso tra i due, le loro esperienze di vita, l'ambiente dell'epoca, soprattutto quello di ambito circense, connotato con efficaci pennellate. Una riflessione sul regime sovietico che coesiste con la messa a fuoco di un microcosmo dedito ad attività non strettamente collegate alla presa di posizione ideologica. Ma la politica e lo spettacolo convergono in questo caso verso il medesimo punto d'incontro, accarezzati entrambi dalla pertinenza intellettuale e dal talento del regista, attento sia ai momenti conviviali apparentemente più prosaici sia ai movimenti di macchina più elaborati. Un cineasta non più sulla breccia ma ancora incredibilmente lucido, sebbene il film sia tutt'altro che coeso e si lasci andare molto spesso a momenti piuttosto alterni e deludenti, nei quali il respiro complessivo a tratti s'inceppa e si fa meccanico.
Uomo dalla biografia multiforme, soldato e pugile, cineasta e stretto collaboratore di alcuni dei più importanti punti di riferimento della settima arte sovietica, Barnet è stato autore di un cinema cangiante e originale, capace di giocarsi le proprie carte anche sul territorio scivoloso e accidentato della commedia con grande intelligenza. Il film ritrae le vicende di due celebri artisti dell'intrattenimento per le grandi masse, non rinunciando a sottolineare il legame profondo e misterioso tra i due, le loro esperienze di vita, l'ambiente dell'epoca, soprattutto quello di ambito circense, connotato con efficaci pennellate. Una riflessione sul regime sovietico che coesiste con la messa a fuoco di un microcosmo dedito ad attività non strettamente collegate alla presa di posizione ideologica. Ma la politica e lo spettacolo convergono in questo caso verso il medesimo punto d'incontro, accarezzati entrambi dalla pertinenza intellettuale e dal talento del regista, attento sia ai momenti conviviali apparentemente più prosaici sia ai movimenti di macchina più elaborati. Un cineasta non più sulla breccia ma ancora incredibilmente lucido, sebbene il film sia tutt'altro che coeso e si lasci andare molto spesso a momenti piuttosto alterni e deludenti, nei quali il respiro complessivo a tratti s'inceppa e si fa meccanico.