Come ti vendo un film
The Greatest Movie Ever Sold
Durata
90
Formato
Regista
Di cosa parliamo quando citiamo le parole product placement? Questo documentario spiega e indaga i rapporti che intercorrono tra l'industria cinematografica e l'industria pubblicitaria. Spesso, infatti, un film viene portato a termine proprio grazie ai contratti di marketing che si celano alle sua spalle.
Dopo gli irriverenti Super Size Me (2004) e Che fine ha fatto Osama Bin Laden (2008), Morgan Spurlock decide ora di indagare, a suo modo, la delicata relazione che intercorre tra le produzioni cinematografiche e il mondo della pubblicità. Il product placement è nocivo per la settima arte? Oppure potrebbe essere in grado di finanziare progetti che altrimenti non vedrebbero mai la luce? Quanto uno sponsor incide nella visibilità o meno del film e quanto ci guadagna a promuoverlo? Sono tutti interrogativi curiosi che la pellicola solleva. Il problema del documentario però è che, una volta tirate le somme, non riesce a smuovere più di quanto dovrebbe. Di certo non è compito di Spurlock trovare una soluzione a questi annosi problemi, però il regista sembra non voler mai andare oltre la soglia del pudore (cosa che invece aveva dato prova di saper fare con i titoli sopra citati) restituendo così un ricco calderone di pareri e opinioni dettati da esperti, privo dell'irriverenza più frizzante, genuina e provocatoria (anche se non mancano sequenze spassose) caratteristica delle sue opere precedenti.
Dopo gli irriverenti Super Size Me (2004) e Che fine ha fatto Osama Bin Laden (2008), Morgan Spurlock decide ora di indagare, a suo modo, la delicata relazione che intercorre tra le produzioni cinematografiche e il mondo della pubblicità. Il product placement è nocivo per la settima arte? Oppure potrebbe essere in grado di finanziare progetti che altrimenti non vedrebbero mai la luce? Quanto uno sponsor incide nella visibilità o meno del film e quanto ci guadagna a promuoverlo? Sono tutti interrogativi curiosi che la pellicola solleva. Il problema del documentario però è che, una volta tirate le somme, non riesce a smuovere più di quanto dovrebbe. Di certo non è compito di Spurlock trovare una soluzione a questi annosi problemi, però il regista sembra non voler mai andare oltre la soglia del pudore (cosa che invece aveva dato prova di saper fare con i titoli sopra citati) restituendo così un ricco calderone di pareri e opinioni dettati da esperti, privo dell'irriverenza più frizzante, genuina e provocatoria (anche se non mancano sequenze spassose) caratteristica delle sue opere precedenti.