Un uomo comune (James Stewart) si innamora di una fanciulla rimasta orfana (Simone Simon) e conosciuta per caso. La Prima guerra mondiale separerà le loro strade ma, quando l'uomo farà ritorno a casa ferito e distrutto psicologicamente, la ragazza sarà pronta a prendersi cura di lui.

Prendendo le mosse dal ben più riuscito lungometraggio omonimo diretto da Frank Borzage nel 1927, Settimo cielo è uno dei lavori meno significativi della lunga carriera di Henry King. Replicare il successo dell'opera originale era una sfida quasi impossibile, eppure questa nuova versione rimane priva persino degli elementi necessari per una visione piacevole. King ha l'unico obiettivo di commuovere lo spettatore attraverso passaggi retorici e scontati, dimenticandosi di usare il mezzo cinematografico per comunicare adeguatamente certi messaggi ed emozioni ma optando, piuttosto, per il largo patetismo dei suoi attori (James Stewart qua alle prese per la prima volta con un ruolo da protagonista) e della componente musicale. Il film non riesce mai a spiccare il volo, finendo ben presto per spazientire il pubblico a causa della sua monotonia insostenibile e pedante. Meglio recuperare l'opera originale.
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