Congo
Congo
Durata
109
Formato
Regista
Un gruppo di esploratori organizza una spedizione in Congo per diverse ragioni: lo scienziato Peter Elliot (Dylan Walsh) vuole riportare nella giungla Amy, la gorilla cui ha insegnato a parlare grazie a uno speciale congegno, mentre Karen Ross (Laura Linney) è lì, per conto della sua ditta americana, per cercare una precedente spedizione scomparsa. Il magnate russo Omolka (Tim Curry) finge di voler aiutare il gorilla, ma in realtà è alla ricerca di un giacimento di diamanti in una misteriosa città abbandonata. La spedizione verrà assalita e decimata da un branco di scimmie assassine.
Tratto dal celebre romanzo omonimo di Michael Crichton, Congo avrebbe voluto essere un nuovo Jurassic Park (1993), in cui i gorilla malvagi sostituivano i ben più accattivanti dinosauri. Niente però funziona: la sceneggiatura è inconsistente, con una successione di situazioni drammatiche che a fatica si discostano dal ridicolo involontario (ippopotami feroci, vulcani che eruttano, scimmie psicopatiche), mentre il cast è caricaturale e grottesco. Il rapporto tra Elliot e il gorilla Amy raggiunge vette di rara stucchevolezza e il messaggio ambientalista che si scaglia contro gli avidi capitalisti supera i limiti del politically correct riducendosi a piatto stereotipo. Quando il gorilla “parla” attraverso il proprio congegno, rimproverando i suoi simili aggressivi, il film ricalca il valore artistico di un b-movie a basso costo. La cosa peggiore, tuttavia, sono i modesti effetti speciali, al limite del ridicolo.
Tratto dal celebre romanzo omonimo di Michael Crichton, Congo avrebbe voluto essere un nuovo Jurassic Park (1993), in cui i gorilla malvagi sostituivano i ben più accattivanti dinosauri. Niente però funziona: la sceneggiatura è inconsistente, con una successione di situazioni drammatiche che a fatica si discostano dal ridicolo involontario (ippopotami feroci, vulcani che eruttano, scimmie psicopatiche), mentre il cast è caricaturale e grottesco. Il rapporto tra Elliot e il gorilla Amy raggiunge vette di rara stucchevolezza e il messaggio ambientalista che si scaglia contro gli avidi capitalisti supera i limiti del politically correct riducendosi a piatto stereotipo. Quando il gorilla “parla” attraverso il proprio congegno, rimproverando i suoi simili aggressivi, il film ricalca il valore artistico di un b-movie a basso costo. La cosa peggiore, tuttavia, sono i modesti effetti speciali, al limite del ridicolo.