Companion

In un futuro prossimo, la giovane Iris e il fidanzato Josh si recano in una casa isolata per trascorrere il fine settimana con alcuni amici. Il giorno seguente Sergey, il proprietario della lussuosa villa, aggredisce sessualmente la ragazza, che per legittima difesa lo uccide. Quando gli altri ospiti vengono a sapere dell’accaduto, Iris si trova costretta a lottare per la libertà, affrontando nel frattempo rivelazioni sulla propria identità.

Primo lungometraggio di Drew Hancock, scritto dallo stesso regista e co-prodotto da Zach Cregger (Barbarian, 2022), Companion si presenta come un thriller moderno che mescola elementi di sci-fi e horror, e un’ironia cupa e tagliente propria della black comedy. Quello che all’inizio può sembrare un classico incipit horror da “casa nel bosco”, viene sconvolto ben presto dal colpo di scena fantascientifico che apre le porte a una riflessione sul rapporto tra essere umano e tecnologia. Il film, tuttavia, non si accontenta di trattare il tema, già ampiamente esplorato, del confine tra uso e abuso della macchina, ma lo cala nel contesto intimo delle dinamiche di coppia. Companion è da una parte rappresentazione stratificata del bisogno di controllo morboso da parte dell’essere umano che nella coppia si manifesta come mascolinità tossica; dall’altra invece è la reazione della parte abusata che rivendica autodeterminazione ed emancipazione, aspirando alla libertà. Attraverso uno sguardo ironico e vivace, Hancock costruisce una satira pungente delle dinamiche di possesso nelle relazioni e dell’uso distorto della tecnologia. Companion riesce a intrattenere attraverso un ritmo serrato, tra suspence, colpi di scena e umorismo nero, pur mostrando alcune pecche legate a una mancanza di originalità della trama e alla superficialità con cui affronta i temi principali.