La corazzata Potëmkin
Bronenosec Potëmkin
Durata
75
Formato
Regista
Nel 1905 i componenti dell'equipaggio della nave da battaglia Potëmkin si ribellano contro l'arroganza degli ufficiali. La rivolta è capeggiata dal valoroso VakulinÄuk (Aleksandr Antonov) che, però, nei disordini che vengono a crearsi rimane ucciso. La nave attracca ad Odessa e riceve la solidarietà dei cittadini. Dopo una feroce repressione da parte dei cosacchi, l'equipaggio della Potëmkin è pronto ad affrontare la flotta zarista, ma lo scontro avrà una svolta inaspettata.
Uno dei titoli più celebri della storia del cinema e il risultato più compiuto della sperimentazione operata da Ä–jzenÅ¡tejn. Il montaggio delle attrazioni diventa in questo caso strumento sentimentale e il cosiddetto cinepugno si evolve in un racconto melodrammatico in cui le immagini e la loro sapiente combinazione veicolano un coinvolgimento emotivo struggente. Grande forza visiva ed evocativa della messa in scena grazie al montaggio e alla polifonia visiva, in cui i punti di vista si moltiplicano in modo funzionale a creare un racconto corale, orchestrazione in crescendo di pathos e tensione, dramma e minaccia costante. La portata tragica delle immagini mantiene intatte la sua forza espressiva e la sua straordinaria modernità: in questo caso Ä–jzenÅ¡tejn, inoltre, arricchisce la messa in scena di rimandi all'estetica costruttivista da lui tanto amata come denota il ruolo preponderante riservato a macchine e oggetti che sembrano quasi recitare in simbiosi con la massa, ancora una volta vera protagonista di una vicenda che è corale e universale. Innumerevoli i frammenti del film giustamente passati alla storia: dal telo bianco che copre i volti dei condannati a morte alla lunga sequenza del massacro di Odessa fino al finale che, prima, crea febbrile suspense grazie al frenetico montaggio che mostra i due schieramenti pronti ad affrontarsi e, poi, chiude la vicenda con un messaggio di pace e fratellanza scevro da qualsiasi facile retorica. Il film è stato spesso e volentieri citato e omaggiato: si pensi alla scena della carrozzella che cade dalla scalinata in The Untouchables – Gli intoccabili (1987) di Brian De Palma o al celeberrimo momento de Il secondo tragico Fantozzi (1976) in cui il ragioniere interpretato da Paolo Villaggio definisce il capolavoro di Ä–jzenÅ¡tejn «una cagata pazzesca».
Uno dei titoli più celebri della storia del cinema e il risultato più compiuto della sperimentazione operata da Ä–jzenÅ¡tejn. Il montaggio delle attrazioni diventa in questo caso strumento sentimentale e il cosiddetto cinepugno si evolve in un racconto melodrammatico in cui le immagini e la loro sapiente combinazione veicolano un coinvolgimento emotivo struggente. Grande forza visiva ed evocativa della messa in scena grazie al montaggio e alla polifonia visiva, in cui i punti di vista si moltiplicano in modo funzionale a creare un racconto corale, orchestrazione in crescendo di pathos e tensione, dramma e minaccia costante. La portata tragica delle immagini mantiene intatte la sua forza espressiva e la sua straordinaria modernità: in questo caso Ä–jzenÅ¡tejn, inoltre, arricchisce la messa in scena di rimandi all'estetica costruttivista da lui tanto amata come denota il ruolo preponderante riservato a macchine e oggetti che sembrano quasi recitare in simbiosi con la massa, ancora una volta vera protagonista di una vicenda che è corale e universale. Innumerevoli i frammenti del film giustamente passati alla storia: dal telo bianco che copre i volti dei condannati a morte alla lunga sequenza del massacro di Odessa fino al finale che, prima, crea febbrile suspense grazie al frenetico montaggio che mostra i due schieramenti pronti ad affrontarsi e, poi, chiude la vicenda con un messaggio di pace e fratellanza scevro da qualsiasi facile retorica. Il film è stato spesso e volentieri citato e omaggiato: si pensi alla scena della carrozzella che cade dalla scalinata in The Untouchables – Gli intoccabili (1987) di Brian De Palma o al celeberrimo momento de Il secondo tragico Fantozzi (1976) in cui il ragioniere interpretato da Paolo Villaggio definisce il capolavoro di Ä–jzenÅ¡tejn «una cagata pazzesca».