Aleksandr Nevskij
Aleksandr Nevskij
Durata
111
Formato
Regista
Nell'aprile del 1242 il valoroso principe Aleksandr Nevskij (Nikolaj ÄŒerkasov), reduce da una serie di successi contro i mongoli, guida l'esercito russo contro i cavalieri teutonici. Dopo un'epica e cruenta battaglia combattuta su un lago ghiacciato, Nevskij e i soldati russi riescono a respingere l'avanzata degli invasori e l'espansione del potere germanico.
Mirabile saggio di messa in scena cinematografica, che raggiunge il suo apice nella straordinaria e trascinante sequenza della battaglia lunga ben 37 minuti (ovvero un terzo dell'intera durata del film). Momento esemplare in cui astrazione e sperimentalismo si fanno forieri di una feconda creatività abile a destreggiarsi tra le maglie di un racconto più convenzionale e meno ermetico rispetto alle opere precedenti del regista. Ä–jzenÅ¡tejn si conferma maestro del montaggio, creando tensione e coinvolgimento emotivo attraverso l'alternanza di inquadrature brevi o brevissime, privilegiando i primi piani e i campi lunghi come a ribadire la necessità di conflitti visivi come forza pulsante del profilmico e come inevitabile strumento per creare suggestioni e contrasti che favoriscano lo sviluppo della narrazione. Ma la novità più interessante è comunque legata alla simbiosi creativa tra il regista e il compositore Sergej Prokof'ev: i due danno vita a un montaggio polifonico attento al rapporto tra immagini e sonoro in cui il ritmo musicale va di pari passo con il movimento dei personaggi, dando vita a una spettacolare coreografia. Il film ha indubbie implicazioni propagandistiche, come dimostrano il chiaro sottotesto antinazista o l'esaltazione della storia russa e dei successi militari, fino alla glorificazione di un eroe carismatico facilmente identificabile come un alter ego di Stalin, ma il valore della pellicola risiede prevalentemente nell'indelebile forza espressiva delle sue immagini e delle ardite soluzioni formali. Memorabile.
Mirabile saggio di messa in scena cinematografica, che raggiunge il suo apice nella straordinaria e trascinante sequenza della battaglia lunga ben 37 minuti (ovvero un terzo dell'intera durata del film). Momento esemplare in cui astrazione e sperimentalismo si fanno forieri di una feconda creatività abile a destreggiarsi tra le maglie di un racconto più convenzionale e meno ermetico rispetto alle opere precedenti del regista. Ä–jzenÅ¡tejn si conferma maestro del montaggio, creando tensione e coinvolgimento emotivo attraverso l'alternanza di inquadrature brevi o brevissime, privilegiando i primi piani e i campi lunghi come a ribadire la necessità di conflitti visivi come forza pulsante del profilmico e come inevitabile strumento per creare suggestioni e contrasti che favoriscano lo sviluppo della narrazione. Ma la novità più interessante è comunque legata alla simbiosi creativa tra il regista e il compositore Sergej Prokof'ev: i due danno vita a un montaggio polifonico attento al rapporto tra immagini e sonoro in cui il ritmo musicale va di pari passo con il movimento dei personaggi, dando vita a una spettacolare coreografia. Il film ha indubbie implicazioni propagandistiche, come dimostrano il chiaro sottotesto antinazista o l'esaltazione della storia russa e dei successi militari, fino alla glorificazione di un eroe carismatico facilmente identificabile come un alter ego di Stalin, ma il valore della pellicola risiede prevalentemente nell'indelebile forza espressiva delle sue immagini e delle ardite soluzioni formali. Memorabile.