Sciopero
StaÄka
Durata
82
Formato
Regista
Nella Russia del 1912 un operaio è ingiustamente accusato di furto dai suoi padroni e, per la disperazione, si impicca. I lavoratori della fabbrica, per solidarietà, organizzano uno sciopero e protestano contro la disonesta e l'avidità dei padroni. Questi ultimi cercano di minare la sommossa alle basi, servendosi di spie e sabotatori. Lo sciopero prosegue grazie alla fermezza dei lavoratori, ma è solo questione di tempo prima che la polizia, aizzata dai padroni, intervenga.
Primo lungometraggio di Ä–jzenÅ¡tejn, un'opera insolita, sperimentale e innovativa a partire dalla costruzione narrativa che ripudia i canoni tradizionali a favore di un cinema in cui il protagonista è il collettivo e non il singolo, mai l'individuo ma sempre la massa di persone. La messa in scena, inoltre, predilige un taglio naturalistico nel tratteggiare i volti dei lavoratori ponendoli in contrasto con le stilizzate rappresentazioni dei padroni e dei loro complici. Cantore dell'ideologia marxista, amante dell'estetica costruttivista e attento osservatore della realtà, Ä–jzenÅ¡tejn opta per una creazione filmica che valorizza le immagini e i conflitti tra esse, in modo tale da determinare stimoli intellettuali e coinvolgimento emotivo. Celeberrimo il finale, vera e propria applicazione cinematografica dell'assunto teorico noto come montaggio delle attrazioni o montaggio intellettuale. Alternando le inquadrature del massacro operato dalla polizia zarista alle immagini di un macello di buoi, Ä–jzenÅ¡tejn costruisce un racconto analogico che attraverso il comparto visivo conferisce un preciso significato metaforico a ciò che viene mostrato. Questa sequenza sarà omaggiata da Francis Ford Coppola in Apocalypse Now (1979).
Primo lungometraggio di Ä–jzenÅ¡tejn, un'opera insolita, sperimentale e innovativa a partire dalla costruzione narrativa che ripudia i canoni tradizionali a favore di un cinema in cui il protagonista è il collettivo e non il singolo, mai l'individuo ma sempre la massa di persone. La messa in scena, inoltre, predilige un taglio naturalistico nel tratteggiare i volti dei lavoratori ponendoli in contrasto con le stilizzate rappresentazioni dei padroni e dei loro complici. Cantore dell'ideologia marxista, amante dell'estetica costruttivista e attento osservatore della realtà, Ä–jzenÅ¡tejn opta per una creazione filmica che valorizza le immagini e i conflitti tra esse, in modo tale da determinare stimoli intellettuali e coinvolgimento emotivo. Celeberrimo il finale, vera e propria applicazione cinematografica dell'assunto teorico noto come montaggio delle attrazioni o montaggio intellettuale. Alternando le inquadrature del massacro operato dalla polizia zarista alle immagini di un macello di buoi, Ä–jzenÅ¡tejn costruisce un racconto analogico che attraverso il comparto visivo conferisce un preciso significato metaforico a ciò che viene mostrato. Questa sequenza sarà omaggiata da Francis Ford Coppola in Apocalypse Now (1979).