Crosscurrent
Chang Jiang Tu
Durata
116
Formato
Regista
Cina. Gao Chun (Qin Hao) attraversa il Fiume Azzurro con la sua imbarcazione. Suo padre è morto da poco e, come da tradizione, toccherà a lui liberarne l’anima. Gao Chun, però, è anche in cerca dell’amore della sua vita ma tutte le donne che incontra lungo il cammino, in posti differenti, sono in realtà la stessa persona.
È un’operazione originale e a tratti sorprendente quella realizzata dal cinese Chao Yang con Crosscurrent. La traversata del fiume è per Gao Chun un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, privo di coordinate solide a cui potersi appoggiare e dettato unicamente da sensazioni: le persone che incontra il giovane marinaio appaiono e scompaiono a ripetizione, come i fantasmi protagonisti dei racconti che ascolta lungo il cammino. A metà tra misticismo e poesia pura, il viaggio è contrassegnato (anche) da una visita a una pagoda in cui la voce di Buddha si riverbera in ogni angolo e dalla scoperta dei versi di un poeta che sembra parlare direttamente al giovane Gao. Se i paesaggi e le costruzioni mutano costantemente, la donna immutabile non è altro che una metafora di una Cina che cambia esteriormente ma la cui anima rimane sempre la stessa. È in fondo una toccante storia d’amore Crosscurrent, spesso confusa e non sempre coerente, ma dotata di un fascino a cui è difficile sottrarsi. Notevole la fotografia e fin trascinante la colonna sonora che accompagna ogni momento più riuscito del film: elementi che danno vita a un sinuoso concerto audiovisivo dove si uniscono sentimenti e riflessione sociopolitica, passato e presente. La cinepresa gira troppo a vuoto, ma Chao Yang ha talento e regala alcune sequenze (la conclusione, in primis) che, a patto di accettarne la componente onirica, sono in grado di regalare forti emozioni. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2016, dove è stato omaggiato del premio per il miglior contributo tecnico.
È un’operazione originale e a tratti sorprendente quella realizzata dal cinese Chao Yang con Crosscurrent. La traversata del fiume è per Gao Chun un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, privo di coordinate solide a cui potersi appoggiare e dettato unicamente da sensazioni: le persone che incontra il giovane marinaio appaiono e scompaiono a ripetizione, come i fantasmi protagonisti dei racconti che ascolta lungo il cammino. A metà tra misticismo e poesia pura, il viaggio è contrassegnato (anche) da una visita a una pagoda in cui la voce di Buddha si riverbera in ogni angolo e dalla scoperta dei versi di un poeta che sembra parlare direttamente al giovane Gao. Se i paesaggi e le costruzioni mutano costantemente, la donna immutabile non è altro che una metafora di una Cina che cambia esteriormente ma la cui anima rimane sempre la stessa. È in fondo una toccante storia d’amore Crosscurrent, spesso confusa e non sempre coerente, ma dotata di un fascino a cui è difficile sottrarsi. Notevole la fotografia e fin trascinante la colonna sonora che accompagna ogni momento più riuscito del film: elementi che danno vita a un sinuoso concerto audiovisivo dove si uniscono sentimenti e riflessione sociopolitica, passato e presente. La cinepresa gira troppo a vuoto, ma Chao Yang ha talento e regala alcune sequenze (la conclusione, in primis) che, a patto di accettarne la componente onirica, sono in grado di regalare forti emozioni. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2016, dove è stato omaggiato del premio per il miglior contributo tecnico.